Dieci gol fatti in cinque partite, ma davanti nessuno riesce ad essere incisivo e ad accompagnare le azioni offensive
Cambia il risultato – non è poco – sebbene la Fiorentina conservi la straordinaria capacità di non credere abbastanza in quello che costruisce, guardando il panorama a bordo del doppio vantaggio o fidandosi il giusto di se stessa: due volte Okaka ha accorciato e gli ultimi dieci minuti hanno portato in giro parecchi brividi, perché il 3-3 sarebbe stato psicologicamente un disastro. Ma la vittoria alla fine arriva ed è decisiva per allontanare temporaneamente da Iachini – nonostante tutte le smentite – la sensazione che qualcosa di inevitabile possa succedere prima o poi sul conto dell’allenatore. Così scrive La Nazione.
LO STESSO MODULO. Beppe ieri ha limitato l’esposizione vocale del suo frenetico «gioca-gioca» mettendo in campo una Fiorentina surrogata per rispettare il proprio sistema, segno di continuità e probabilmente mancanza di alternative: e con Callejon (mai visto in quel ruolo) al posto di Ribery non è stata la stessa cosa. Aggiungiamo poi che Vlahovic, al quale finalmente viene concessa continuità, non ha avuto occasioni per esercitare in area il suo mestiere di centravanti, ricevendo davvero pochi palloni e spendendo principalmente energie nel wrestling contro De Maio.
SERVE PAZIENZA. Il problema è che quando Iachini ha cambiato l’attacco – era il 65’ – anche Cutrone e Kouame hanno aggiunto pochissimo laddove serviva: la prima impressione è che davvero il sistema di gioco (senza Ribery) non favorisca nei collegamenti l’attaccante centrale, la seconda è che Kouame sia entrato in campo avendo la sensazione che sia stato definitivamente scelto Vlahovic, la terza è che ci vorrà davvero tanta pazienza per aspettare la crescita del giovane attacco viola, e anche Cutrone che ancora una volta non ha lasciato tracce partendo lontano dalla porta. Che differenza rispetto al giocatore che nel Milan ha segnato 27 reti in 90 partite, raramente intere, potendo giocare principalmente in area di rigore.
MENO MALE C’E’ CASTRO. Meno male per la Fiorentina che ieri ha funzionato davvero bene l’intesa fra Biraghi e Castrovilli, il quale dopo 5 partite ha già battuto il record di gol dello scorso campionato. C’era anche Ribery in tribuna, inquadrato perfidamente dalla regia quando Okaka ha segnato il gol del 2-3: braccia allargate e sguardo cupo, la caviglia è un problema e la tenuta della Fiorentina anche.

Di
Redazione LaViola.it