La sconfitta di San Siro lascia tanto amaro in bocca e la Fiorentina a -8 dall’Europa. Ora una lunga sosta: società chiamata a delle scelte per risalire
Diciannove punti in 15 partite in campionato, 10° posto con il 10° attacco (18 gol fatti) e 11° difesa (20 subiti). Otto i punti di distacco rispetto ad Atalanta e Roma, che hanno chiuso appaiate tra 6° e 7° posto. Meno cinque, invece, il ritardo rispetto alla 15° giornata della scorsa stagione. E poi l’Europa, nell’anno del grande ritorno: il passaggio del playoff di Conference in agosto (il primo vero, grande obiettivo), il secondo posto nel girone in cui senz’altro arrivare prima del Basaksehir non era troppo complicato. Insomma, la prima parte della stagione viola si chiude così, con il ko per 2-1 a San Siro che lascia tanti rimpianti ma anche la consapevolezza di aver ritrovato quello spirito che qualche settimana fa sembrava perso. Le cinque vittorie di fila hanno fatto rialzare la Fiorentina, nei risultati e nel morale: dall’essere a ridosso della zona retrocessione, e al dentro o fuori nel girone di Conference, alla risalita in campionato e al passaggio del turno in Europa (seppur, appunto, come secondi).
ASPETTATIVE E DIFFICOLTA’. Una Fiorentina che quindi ha chiuso in crescendo, su tanti fronti. Ma che resta con diversi limiti, è evidente. Nel complesso è stata una prima fase di stagione complicata, con le aspettative alte (qualcuno, giocatori e non solo, parlava anche di Champions in estate), i tanti infortuni, il ritardo iniziale di condizione, i problemi di gioco, la sofferenza alle critiche in un momento in cui poche cose giravano bene. Poi il confronto serrato all’interno del centro sportivo, il cambio di atteggiamento prima e di sistema di gioco poi, il turnover più ragionato rispetto all’inizio e una condizione generale che è migliorata. L’impressione è che la sosta sia da una parte da benedire, visto che la Fiorentina è la squadra che ha giocato più di tutte tra quelle italiane (ben 23 gare), ma dall’altra c’è la sensazione che con qualche partita ancora a disposizione, magari senza Europa di mezzo, i viola avrebbero potuto recuperare ancora terreno. Anche perché quelle che stanno davanti, dalla Roma all’Udinese, fino all’Atalanta, hanno chiuso con parecchie difficoltà.
IN RITARDO. Insomma, ci sarebbe stato il margine per recuperare ancora terreno. Invece la Fiorentina va alla maxi sosta Mondiale con un -8 rispetto agli obiettivi iniziali dettati anche dalla proprietà. “Non siamo contenti, è evidente che ci aspettavamo qualcosa di più. Abbiamo avuto tanti infortuni, abbiamo passato un periodo molto difficile, però faccio i complimenti ai nostri ragazzi per tutto il lavoro che hanno fatto. A quelli che sono qui e hanno la mente qui faccio i complimenti”, ha detto da Milano nel pre-partita Joe Barone. “Abbiamo un mese e mezzo per lavorare e pensare, poi vediamo cosa dobbiamo fare a gennaio per la seconda parte di campionato”. Se insomma le aspettative iniziali, nella convinzione da parte della società di aver allestito una rosa importante, erano di migliorare la passata stagione, il bilancio non può che essere negativo. Però non si può negare la capacità di questa Fiorentina, nel suo insieme, di aver saputo uscire dal momento più difficile. Quando il baratro era lì, pronto a risucchiare i viola verso il basso. Ricordate la trasferta di Lecce? Ecco, appunto.
LA LUNGA SOSTA. Invece la strada intrapresa sembra quella giusta, sperando di riuscire a proseguirla alla ripresa a gennaio. Un lungo periodo di stop nel mezzo, fatto inizialmente da due settimane di vacanze per tutti, poi di ripresa della preparazione e di amichevoli in difficoltà crescente. Perché con il nuovo anno si ripartirà di nuovo a giocare ogni tre giorni, con 6 gare solo a gennaio (compresa la Coppa Italia), 13 tra gennaio e febbraio se i viola passeranno il turno in Coppa Italia (contro la Samp). Con mille incognite nel periodo intermedio, tra chi rimarrà senza giocare partite ufficiali e chi invece farà ritorno dal Mondiale.
VARIABILE MERCATO. E poi la variabile mercato. Come si muoverà la Fiorentina in questo mese e mezzo? Un bilancio verrà fatto già da questi giorni con l’allenatore, l’impressione è che diversi giocatori che hanno trovato poco spazio potrebbero intanto andare altrove. Da Ranieri a Benassi, fino a Zurkowski, forse Maleh. Ma grande attenzione ci sarà sul mercato in entrata, perché se la Fiorentina vuole davvero recuperare e restare competitiva sui tre fronti è chiamata a fare qualcosa di importante. Non solo per sostituire chi partirà, ma per alzare il livello di una rosa che ha palesato limiti grossi nel giocare sui tre fronti. Uno ‘scotto’ che è anche lecito pagare, quando si gioca per la prima volta in Europa dopo tanti anni, ma su cui poi sarebbe bene porre rimedio. Rientrerà Castrovilli, forse già a gennaio, e sarà un’ottima notizia. Ma se partirà Ranieri, ad esempio, servirà anche un quarto centrale che nei fatti Italiano non ha mai potuto inserire nelle rotazioni. Ma anche a destra andrà valutata la situazione di Venuti, in scadenza 2024 e tante volte in panchina anche in favore di Terzic, adattato spesso a vice-Dodo. Nonostante la buona risposta di Lollo proprio contro il Milan.
L’ATTACCO E IL CASO GONZALEZ. Davanti poi ci sarà da capire se l’apporto di Jovic e Cabral sarà giudicato adeguato, oppure se la società deciderà di intervenire. Nelle ultime settimane ci sono stati segnali più incoraggianti dei due centravanti e del reparto avanzato in generale, ma il bilancio e le pause degli stessi giocatori non possono far pendere la bilancia verso il lato positivo della questione. E poi, soprattutto, ci sarà il caso Gonzalez da risolvere. “Ci sono quelli che mentalmente e fisicamente sono qui e poi ci sono quelli che fisicamente sono qui e mentalmente stanno pensando al Mondiale”, le parole, dure, di Barone a domanda su Nico. “Le parole di Barone su Gonzalez? Condivido il fatto che quando un calciatore non è a disposizione non è solamente per un problema fisico. Se qualcuno mentalmente non è al 100%, se non si sente di dare supporto alla squadra è come se fosse infortunato. E’ questo il discorso”, l’aggiunta di Italiano. “Non si è solamente indisponibili per infortuni muscolari, quando qualcuno mentalmente non è al 100% e non è presente è come se fosse infortunato. Questo è quello che è accaduto”. Di mezzo ci sarà, forse, la risposta del giocatore, ma soprattutto le sue prestazioni al Mondiale. Poi sarà necessario un confronto al suo ritorno, per il giocatore più pagato della storia viola e sulla carta più importante di questa Fiorentina. E se venderlo davvero a gennaio potrebbe sembrare esercizio autolesionistico, il problema sarebbe non solo cederlo (magari a buone cifre, sperando in un bel Mondiale), ma soprattutto sostituirlo. Specie a stagione in corso. Vlahovic insegna (forse).
RITMO-CHAMPIONS. Stavolta non c’è solo da correre, ma da rincorrere. Perché a conti fatti i 19 punti in 15 partite restano pochi. “Siamo riusciti a venir fuori da un mese complicato, abbiamo accelerato in Conference e in campionato, che però ci vede ancora in ritardo. Concludiamo al decimo posto, siamo dietro le più forti, abbiamo l’obbligo alla ripresa di cercare di rimontare. Dobbiamo riprenderci quello che per strada meritavamo di prendere. L’obbligo è ripartire e rimontare in campionato, possiamo farlo”, ha detto Italiano prima di lasciare San Siro. “Europa? Ancora il campionato è lungo, mancano 4 partite al giro di boa. Ci sono ancora 12 punti a disposizione, poi ci sarà il girone di ritorno. Può accadere di tutto, noi dobbiamo prepararci bene per ripartire al meglio”. Insomma, la Fiorentina giustamente ci crede ancora, 8 punti di distacco sono tanti ma è un gap non impossibile da colmare. A patto che si riparta alla grande. Lo dicono i numeri. In campionato fin qui i viola hanno viaggiato alla media di 1,27 punti a partita: per arrivare in zona Europa, puntando anche ‘solo’ ai 62 punti della scorsa stagione, servirà fare 43 punti in 23 partite, per una media di 1,87 punti a partita. Una media-Champions, insomma. Che potrebbe anche non bastare, visto che dopo 15 giornate chi è ora in zona Europa/Conference League (Inter 5° a 30 pt, Atalanta e Roma 6° e 7° a 27 pt) ha diversi punti in più rispetto a un anno fa (c’era la Roma 5° a 25 pt e poi Juve, Bologna e Fiorentina a 24). Posizioni che ora restano lontane, la Fiorentina si deve aggrappare soprattutto all’identità ritrovata nell’ultimo mese. Cercando di far fruttare al meglio una sosta che rappresenterà un’incognita per tutti.
Di
Marco Pecorini