Rassegna Stampa

La solitudine di Vlahovic e le domande di Italiano ancora in cerca di risposte

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Il commento del giornalista de La Repubblica alla sconfitta rimediata dagli uomini di Italiano all’Allianz Stadium contro la Juventus

C’è voluta una magia per piegare la Fiorentina. Il ballo di Cuadrado ha ammutolito una squadra coraggiosa, che ha gestito con intelligenza la sua partita, ma quando è rimasta in dieci per l’espulsione di Milenkovic si è resa conto che il campo era diventato incredibilmente più grande. Troppa Juve negli ultimi venti minuti, e quel colpo di genio ha spento le luci su una serata che, tutto sommato, fino a lì non era stata male. Peccato perché in fondo Italiano le sue risposte le stava trovando. La Fiorentina ha messo in campo orgoglio e idee, ha dribblato la sofferenza, ha provato a gestire. Forse ci sarebbe stato anche un rigore, ma l’arbitro ha detto di no. E il rosso a Milenkovic è sembrato un po’ eccessivo, ma ormai sono dettagli. Quello che rimane è l’ennesima sconfitta (la quinta) contro una grande squadra (oddio, grande…), e il rimpianto di non essere riusciti a imporre il proprio gioco. Scrive così Giuseppe Calabrese nel suo editoriale sulle pagine de La Repubblica all’indomani della sconfitta della Fiorentina contro contro la Juventus.

“(…) Dusan si è visto poco in fase di finalizzazione, ma ci sta. Era una partita difficile per lui e la squadra non lo ha aiutato un granché. Giornata complicata, eppure si è battuto ovunque, su tutti i palloni. Non può essere sempre lui a risolvere le partite, e questo è un aspetto su cui il tecnico viola deve lavorare ancora tanto. Ma la squadra ha reagito da squadra, e il rammarico della sconfitta è più grande dell’incertezza di Terracciano che ha regalato alla Juve tre punti non certo meritati. Il pareggio era il giusto compromesso per una partita che non ha brillato di emozioni, che ha vissuto su qualche fiammata, che è stata decisa da quel cartellino rosso che ha di fatto spostato gli equilibri. Ma se si esce dalla stretta logica della classifica, allora pure dentro una sconfitta si possono trovare segnali di crescita. E quelli della Fiorentina sono ben visibili. 

(…) Dopo la sosta c’è il Milan, un altra partita difficile, da affrontare con la convinzione delle proprie idee e con la voglia di provare sempre e comunque a imporre il proprio gioco. Non sempre c’è un ex che a un soffio dalla fine si inventa un gol impossibile“.

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