Editoriali

La solita Fiorentina, per fortuna ci sono le coppe. Nervi tesi e una classifica che non lascia tranquilli: niente scherzi a Verona

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I viola non riescono a ripartire in campionato, dura gestire le tre gare in una settimana. Ma continuare con questo ritmo è rischioso: lunedì prossimo gara-bivio con l’Hellas

Sei punti in otto gare da quando è ripartito il campionato a gennaio. Tutti, a parole, puntavano ad una super rimonta verso le posizioni europee. Anche la penalizzazione della Juve aveva riaperto qualche speranza, cancellata però dalla riprova del campo. Quello che alla fine confeziona i giudizi. E allora la Fiorentina si ritrova a 7 punti dal 7° posto (che in teoria neanche garantisce la Conference, in attesa dell’esito della Coppa Italia) con 7 squadre nel mezzo, e ad 8 punti dal terz’ultimo posto (con 4 squadre nel mezzo). Per fortuna che ci sono le coppe, vien da dire, anche perché il trend in campionato è davvero disastroso. Sotto le aspettative di tutti.

I TRE IMPEGNI. La Fiorentina, ormai è evidente, non ha una rosa costruita per giocarsela al massimo sulle tre competizioni. Già lo scorso anno faticava quando giocava tre volte in una settimana, quest’anno, specie con tanti infortuni, le difficoltà sono aumentate a dismisura visto il calendario senza respiro. Solo a cavallo tra ottobre e novembre i viola riuscirono a vincere tre partite di fila in una settimana (furono addirittura 5 i successi consecutivi, quando affrontarono Basaksehir, Spezia, Riga, Samp e Salernitana, senza sfidare quindi avversarie di medio-alto livello), per il resto sono arrivate spesso delusioni. E così, forse anche inconsciamente, a metà febbraio il gruppo sembra aver scelto di focalizzare le proprie energie psico-fisiche sulle due coppe. Contro l’Empoli effettivamente non era facile giocare dopo essere tornati il venerdì mattina dal Portogallo (la Lega avrebbe potuto far disputare la gara almeno di sera, o al lunedì, visto che giovedì si giocherà poi al Franchi…), ma più che stanchezza fisica (la squadra ha chiuso in crescendo) è stata la solita nebbia nelle idee e nella lucidità a frenare i viola. Insomma, la partita era da vincere, senza se e senza ma. Come hanno ammesso allenatore, società e giocatori. Tirando in ballo pure la fortuna…

TENSIONE. Resta il fatto che in campionato la Fiorentina non riesce a carburare. È sempre la brutta copia di quanto mostra nelle coppe. Senz’altro il palcoscenico europeo può dare più motivazioni e più concentrazione, così come le gare da dentro o fuori in Coppa Italia quando si avvicinano le fasi finali. Ma il campionato non può essere certo snobbato. Perché mancano ancora tante partite e perché la classifica non lascia certo tranquilli. In tutti i sensi. E così, dopo la scorpacciata di gol europea, è emersa ancora una certa tensione dopo il pari con l’Empoli. Il riferimento è alla reazione di Barone con un tifoso a fine gara, con i video che hanno fatto il giro d’Italia (con quel “vai a casa”). Un episodio che segue le “porcherie” con cui Commisso aveva etichettato fischi e cori post-Bologna, così come la stizza di Italiano a quel “fate ridere”. Insomma, solo i risultati possono riportare un po’ più di sereno, anche se da parte della tifoseria la vicinanza, durante le gare, non è mai mancata (media intorno ai 32mila spettatori al Franchi in campionato, in 1600 giovedì scorso a Braga).

NIENTE SCHERZI AL BENTEGODI. Per questo il campionato non potrà essere un semplice ‘contorno’ negli ultimi tre mesi di stagione. Giovedì di nuovo il Braga, al Franchi: gara da rendere una formalità senza sottovalutare niente e nessuno. Poi, all’orizzonte, la trasferta di lunedì prossimo a Verona. Una gara che diventa ancor più importante alla luce della classifica. Dalla ripresa del campionato a gennaio l’Hellas ha fatto 12 punti, il doppio della Fiorentina. Non far punti al Bentegodi aprirebbe un discreto fronte di preoccupazioni. Anche per questo, forse, Italiano farà rifiatare qualcuno giovedì contro i portoghesi. Perché ok le coppe, ma in campionato non si può andare avanti con questo ritmo.

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