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Dopo la sindrome Carpi test di personalità in Coppa col Chievo

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Metà dicembre 2015, Fiorentina seconda in classifica: arriva al Franchi il Carpi negli Ottavi di Coppa Italia, sarà una passeggiata dicono tutti, invece no pensa Sousa che limita il turnover all’assenza di Borja Valero, al parziale utilizzo di Alonso e al cambio di portiere (Sepe al posto di Tatarusanu). Poi giocano i titolari, l’assetto è un 4-4-2 con Kalinic in coppia con Baba all’attacco, la difesa è quella vera e il centrocampo pure.
Alla fine però vince il Carpi con un gol segnato da Antonio Di Gaudio, la Fiorentina vola fuori dalla Coppa Italia e perde una spettacolare occasione per guadagnare soldi e gloria, considerato il tabellone in estrema discesa. Una combinazione favorevole probabilmente unica.

Nei quarti di finale ci sarebbe stato il Milan – molto meno in palla rispetto a quello di adesso – e in semifinale la Fiorentina avrebbe poi trovato la vincente fra Spezia e Alessandria. Con tutto il rispetto una cuccagna per una squadra come la Fiorentina, che in campionato stava viaggiando a mille, nonostante il ko a casa dei campioni d’Italia, il 13 dicembre, avesse un poco ridimensionato i viola dopo una striscia di 9 risultati utili consecutivi (di cui 6 vittorie).
Tutto apparecchiato per affondare i denti in uno degli obiettivi sensibili della stagione e invece no: passo falsissimo contro il Carpi, in finale invece ci andò il Milan, sconfitto dalla Juve ma comunque ammesso alla Supercoppa disputata a Doha, avendo i bianconeri già vinto lo scudetto.

Non è stata quella contro il Carpi solo una grande occasione buttata dalla Fiorentina sotto il profilo dell’immagine, ma anche un notevole danno economico: lo scorso 23 dicembre a quattromila chilometri abbondanti dall’Italia, le due finaliste in Supercoppa si sono spartite circa 5 milioni (3 sono andati alla vincente), malloppo costituito attraverso i contributi della Federcalcio del Qatar e delle televisioni che hanno acquistato l’evento.

Insomma, un’occasione buttata e assolutamente rinfacciata a Sousa soprattutto per la mancanza di concretezza e la scelta di puntare a sorpresa su Rebic (sostituito dopo un tempo da Ilicic).
Domani pomeriggio contro il Chievo si ripresenta per i viola un’occasione simile, anche se il Chievo ha numeri e stoffa superiori rispetto al Carpi e il tabellone nei Quarti è un’incognita (chi passerà il turno troverà la vincente fra Napoli e Spezia).
Ma in questo momento la Fiorentina è davvero nella condizione di chi non può sbagliare atteggiamento negli obiettivi extracampionato, trovandosi in classifica a galleggio nella zona grigissima. Quello contro il Chievo sarà dunque un ulteriore test della personalità, in una stagione in cui i motivi per dubitare sono stati tanti, compreso quello che nelle ultime 8 partite la Fiorentina ne ha perse 4.

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