Una domenica dal sapore dolce, dolcissimo, per un ragazzo che esattamente un girone dopo si prende una piccola rivincita. Tutta personale, perché in fondo la sfida più grande è quella con se stessi. Così scrive La Repubblica. E allora, ripercorrendo le tappe di Cristiano Biraghi con la Fiorentina, due sono le date da segnare con un cerchietto rosso sul calendario della stagione 2017/ 2018. Il primo ottobre 2017 e il 26 febbraio 2018. Quasi cinque mesi fa, infatti, il terzino sinistro incappava in una delle sue peggiori partite in carriera. Al Bentegodi, contro il Chievo, la Fiorentina si faceva rimontare da una doppietta di Castro dopo la rete di Simeone in avvio e Biraghi, su entrambi i gol, ci aveva messo del suo.
Una gara storta, un giorno che non ha dimenticato facilmente: anche perché sui social alcuni tifosi si scagliarono contro di lui con alcune frasi e minacce molto pesanti all’indirizzo del calciatore e della sua famiglia. «Mi dispiace tantissimo e chiedo scusa per gli errori che ho commesso e che hanno penalizzato la squadra — scrisse Biraghi su Instagram il giorno dopo — le critiche a livello sportivo sono motivo di crescita ma volevo ricordare a quei fenomeni da tastiera che mi insultano come uomo che non conoscendomi come persona è bene che si tappino la bocca».
Biraghi non sarà un fenomeno, certo, eppure cuore e sacrificio sono valori che i tifosi viola riconoscono da sempre. E Cristiano ha deciso che era arrivato il momento di rispondere anche sul campo. Titolare quasi inamovibile per Pioli, nella gara di domenica ha regalato alla sua squadra tre punti magari non entusiasmanti ma sicuramente utili per vivere con più serenità le ultime dodici giornate di campionato. E quell’esultanza, con la mano all’orecchio e sotto la curva Fiesole che però non vuol essere provocatoria.
«No, nessuna rivincita — ha detto a fine partita — volevo solo condividere la gioia per il mio gol insieme ai compagni. I tifosi ci sono sempre stati vicini, anche quando le cose non andavano bene». E allora, ecco che Biraghi festeggia il primo gol in maglia viola, la 100ª presenza in Serie A e la convocazione di Di Biagio per lo stage dell’Italia a Coverciano. La nazionale ancora non c’è, il ct cambierà. Ma Biraghi ci spera davvero e la sua prima giornata azzurra è filata liscia, tra sogno e realtà. Nella sua corsa verso la Fiesole c’è l’urlo liberatorio di chi ha scelto proprio il Chievo, un girone dopo, per coronare la domenica perfetta. La sua.
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Redazione LaViola.it