Gli errori di Vlahovic, la necessità di una punta esperta per finalizzare le idee di Ribery e non solo
Certe sconfitte ti bruciano lo stomaco, scrive Benedetto Ferrara su La Repubblica. È la loro storia a trasformare in un urlo distorto la delusione. Buttarsi via, ecco quello che resta, la sensazione violenta di aver sprecato in maniera folle una grande occasione. Chi se la prende con Vlahovic e il suo doppio errore, in zona gol e in difesa, quando si è lasciato sovrastare da D’Ambrosio, chi scarica tutto sulle scelte di Iachini (compreso l’Amrabat fuori ruolo), un Conte low cost, incapace di gestire i cambi come il suo collega, che comunque aveva in panchina ben altra qualità. Quindi c’è chi per consolarsi tira fuori il confronto di fatturati, di panchinari (cinque sostituzioni comprese), e così via.
ATTEGGIAMENTO. Vlahovic ha sbagliato un gol. Capita, certo, anche quando non deve capitare. Certo la sua partita è stata un fallimento totale, anche se non è il momento di dare un giudizio definitivo su un giocatore. Ma è il suo atteggiamento ciò che delude di più. Il sentirsi chissà cosa quando invece devi ancora dimostrare tutto. E poi: avere tre giovani prime punte inespresse (Kouamé ha caratteristiche diverse, ovvio) ti può far pensare a una gestione che alla fine ti porta gli stessi gol di una punta di valore? E soprattutto: non è un peccato pensare che sia davvero un spreco avere Ribery che crea sogni e idee fantastiche se poi non hai un centravanti capace di finalizzare il tutto nel modo migliore? Infine: chi parte dalla panchina ha la testa e la motivazione per giocarsi al meglio i suoi momenti? Perché poi viene da pensare che Iachini voglia accontentare tutti e, facendo così, non accontenta nessuno.
STADIO E CENTRAVANTI. L’atteggiamento di Vlahovic lo spiega bene. Di sicuro il caso centravanti sarà stato affrontato dai dirigenti, e forse è meglio concentrarsi su questo piuttosto che sulla cessione di Chiesa, giocatore che ha dimostrato grande sacrificio in una partita difficile che lo ha visto protagonista. Da due mesi si sta parlando del nuovo stadio come se davvero dipendesse tutto da quello. Sì, ovvio, Firenze ne ha bisogno. Ma ci sono società cresciute dal punto di vista degli obiettivi e dell’identità anche senza aver avuto a disposizione un impianto da sogno. E poi, comunque, quando la Fiorentina avrà il suo nuovo impianto lo avranno probabilmente anche i suoi competitor. Quindi, adesso, meglio decidere chi sia il centravanti che deve buttarla dentro. Di testa, di piede, con una rovesciata. Anche elicoidale, perché no?
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Redazione LaViola.it