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La ‘reazione’ di Lorenzo a chi voleva che l’ambulanza entrasse in campo. Anche grazie a lui Bove è salvo

E’ stato tra i ‘protagonisti’ di quei drammatici momenti in cui al Franchi Edoardo Bove si era accasciato a terra

Torna su quei momenti drammatici vissuti al Franchi domenica il Corriere Fiorentino. Tra i tanti ‘protagonisti’ di quei secondi ce n’è uno: Lorenzo Dini. Questo il nome del responsabile della sicurezza della Fiorentina (dove lavora ormai da molti anni), che davanti all’ambulanza fa il suo lavoro.

Mentre alle sue spalle i tifosi della curva urlano e inveiscono chiedendo quello che lui però non può fare. Caprio espiatorio contro cui sfogare la rabbia del momento e la preoccupazione per ciò che tutti faticano ad accettare. Mandragora e Ranieri che lo strattonano, qualcuno che tira anche un colpo all’ambulanza che si trova alle sue spalle. E lui che cerca di farsi capire, di spiegare che no, non si può entrare in campo con l’ambulanza perché potrebbe restare bloccata, affondare a causa del peso sul prato rischiando di rallentare la corsa in ospedale e che la barella sta arrivando per portare Bove sul mezzo di soccorso. Il suo è lo sguardo di chi sa che sta facendo la cosa giusta nonostante quello che può sembrare a chi non conosce, non sa, quali sono le procedure di emergenza studiate per salvare una vita. Ma nel suo volto c’è anche tutta la preoccupazione e l’impotenza nel vedere uno di quei ragazzi che è abituato a proteggere sta lottando per sopravvivere.

Una serata difficilissima per il fiorentino Lorenzo, cresciuto a due passi dallo stadio e da sempre vicino alla Fiorentina dove anche suo padre Gianni, prima di lui, ha lavorato per tanti anni. Uno di famiglia insomma, costretto suo malgrado a restare al suo posto. È anche così che Bove si è salvato.

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