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Dopo il terremoto Gattuso, la scelta della Fiorentina di prendere Italiano non può che trovare apprezzamenti e condivisioni da parte dell’ambiente viola. Basta vedere l’esito di alcuni sondaggi:

QUIETE DOPO LA TEMPESTA. Se tutto ciò, ormai, è il passato, il clima che si respira dalle parti di Firenze post annuncio ufficiale di Italiano è da classica ‘quiete dopo la tempesta’, con annesso sospiro di sollievo per aver superato le problematiche insorte per strappare il tecnico allo Spezia. Il giugno ‘isterico’ viola è finito, ma non è ancora del tutto alle spalle.
QUIETE PRIMA DI ALTRE TEMPESTE. All’orizzonte, infatti, sono in arrivo altre possibili tempeste.
Il caso Antognoni è ancora lontano dal vedere scritta la parola fine, coi prossimi giorni che vedranno il tema tornare di grande attualità con l’avvicinarsi dell’attesa risposta della bandiera viola ad una proposta societaria che non è stata totalmente gradita (per usare un eufemismo).
La vicenda Ribery, ufficialmente, si è chiusa. I messaggi al vetriolo arrivati da Frey e Toni, con l‘accento posto sul “nessuno dalla Fiorentina lo ha chiamato” che lo stesso club viola, per quanto in maniera indiretta, ha voluto smentire, fanno pensare che è molto probabile che possano continuare ancora gli strascichi. Perché nel mirino non è finita tanto la decisione tecnica, più o meno legittima, della Fiorentina di non rinnovare il contratto ad un trentottenne, per quanto a cifre ridotte ma comunque pesanti, ma i modi con cui questo iter si sarebbe consumato, discorso valido anche per la situazione Antognoni.
Da oggi, inoltre, Gennaro Gattuso potrebbe tornare a prendere la parola pubblicamente. Il contratto col Napoli che gli imponeva il silenzio stampa, infatti, è scaduto ieri. Per quanto sia in vigore un accordo di riservatezza su quanto accaduto nei giorni della rottura con la Fiorentina, è altresì probabile che emergano ulteriori dettagli. E’ evidente, non servirebbe ricordarlo, che le due versioni (Fiorentina e Gattuso) trapelate fin qui siano diametralmente opposte, per quanto sia incontrovertibile che nel prendere il tecnico calabrese ci si potesse aspettare di dover avere a che fare con Mendes (che ne sia l’agente o meno), con conseguente spaesamento generale dinanzi a quanto accaduto.
Se la rottura con diversi ex viola tra cui Buso e Dainelli è ancora calda, la vicenda Prandelli è decisamente più datata ma non ha mai trovato spiegazioni esaustive, con voci e rumors che si sono diffusi in maniera più o meno incontrollata. Poi, ovviamente, c’è il mercato. Nico Gonzalez rappresenta una garanzia della volontà di investire da parte della proprietà, ma ci sono tutta una serie di calciatori importanti il cui futuro è in bilico. Da Lirola a Pezzella e Milenkovic, passando per il rinnovo di Vlahovic, sul quale non si sentono novità da settimane dopo il “ci stiamo lavorando” di Barone (7 giugno) e il “c’è la volontà di accontentare il ragazzo e rinnovare” di Commisso (18 maggio).
FORZA DELLA SOCIETA’. In tutto questo c’è Vincenzo Italiano. Sulle sue qualità in tanti tra gli addetti ai lavori sono pronti a metterci la mano sul fuoco. Molti lo hanno già fatto elogiandone idee, identità, ambizioni e coraggio, ai quali aggiungere uno storico di risultati netto, con due promozioni e una salvezza miracolosa in tre anni da allenatore professionista tra Trapani e Spezia. Con una aggiunta che risuona a quasi ogni dichiarazioni: “Dovrà essere difeso e sostenuto”. Da chi? Dalla società. Perché Firenze non è La Spezia, sia livello esterno che interno. Un conto, è cosa risaputa d’altronde, è convincere giocatori sconosciuti e affamati a farsi seguire su stravolgimenti tattici, nuovi ruoli e metodi di allenamento, un altro è farlo in spogliatoi più importanti. Ne sa qualcosa Prandelli, che nello spogliatoio viola dello scorso anno non ha mai trovato grandi consensi verso le sue idee di cambiamento tattico. Ma questa, giustappunto, è solo una ricostruzione dovuta a voci e rumors. Ciò che resta come dato di fatto è che la società dovrà essere brava e forte nel legittimare la figura di un tecnico giovane e con poca esperienza, ma con idee nelle quali la Fiorentina ha creduto fortemente, sia fuori che dentro il centro sportivo. A maggior ragione in settimane e mesi che si annunciano ancora caldi. Perché una delle lacune evidenziate sin qui dalla Fiorentina, d’altronde, sta proprio in questo.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
														 
														 
														
Di
Gianluca Bigiotti