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La porta è lontana: Vlahovic solo tredicesimo nella classifica di tiri in porta

Vlahovic

Il giovane attaccante serbo ha poche occasioni e lo dimostra anche la classifica dei tiri in porta

Il momento, inutile girarci attorno, è delicato. Chi conosce bene Vlahovic racconta di un ragazzo inevitabilmente scosso per il caso che gli si è scatenato attorno. Ma non è (solo) una questione di testa. Al punto più basso nella storia del suo rapporto con Firenze, i tifosi e con la società. Corrisponde anche un improvviso, ed evidente, calo di rendimento. Questione di gol (che non arrivano) e di prestazioni che sono andate via via peggiorando. Scrive il Corriere Fiorentino.

Basta pensare alla prova di Bergamo, tanto per fare un esempio. Quando a parte la doppietta su rigore Dusan fu capace da solo di mettere in crisi l’intera difesa dell’Atalanta. Al Penzo invece il bomber serbo è parso spesso in balìa dei centrali del Venezia. E incapace, salvo che in un’occasione, di rendersi pericoloso.

E così torna di moda una questione per la verità già emersa all’inizio del campionato. Quando, nonostante la squadra girasse a mille, il 9 faticava a concludere. Un’impressione diffusa, e confermata dai numeri. Con 19 tiri tentati dall’inizio della stagione infatti, Vlahovic è soltanto tredicesimo in questa speciale classifica. E lontanissimo da Ciro Immobile che, con 29 conclusioni totali. Un dato che si fa ancor più pesante se si pensa che tre dei 19 tentativi, tutti trasformati in gol, sono arrivati su calcio di rigore.

La lunghissima astinenza su azione (che dura dalla seconda giornata, cioè da 552 minuti) non è frutto del caso. Ma, semmai, di meccanismi di gioco che ancora non funzionano al meglio.

E’ stato lo stesso Italiano, dopo la sconfitta di lunedì, ad ammetterlo

«Non l’abbiamo servito a dovere. Dobbiamo supportarlo meglio». Ha detto il mister rispondendo ad una domanda su Dusan. E quanto successo nelle ultime tre partite ne è la conferma. Il centravanti viola conta 3 tiri col Venezia (ma una sola vera opportunità), 2 col Napoli (ma nemmeno un’occasione concreta), e 2 con l’Udinese, di cui uno dal dischetto.

Dura, così, trovare il gol con continuità. Una difficoltà che nasce anche dallo stile di gioco della Fiorentina che, tenendo il baricentro molto alto, regala a Dusan poco spazio da attaccare. Costringendolo spesso a muoversi in spazi molto stretti. Italiano lo sa, e sta lavorando per aiutarlo. Tatticamente, cercando soluzioni per portargli un maggior numero di palloni puliti, e mentalmente, dandogli il massimo supporto possibile in queste giornate tanto difficili.

Allenatore, squadra, bomber. Tutti per uno, e uno per tutti. Perché è vero, come dice il mister, che «una squadra non può dipendere solo dal suo centravanti», ma certo non può pensare di sopravvivere senza i suoi gol.

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