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La passione di Commisso contro il fondo Oaktree. Modi diversi di intendere calcio, a suon di milioni

Commisso - Fiorentina

Sfida tra le due proprietà americane: sia Commisso che Oaktree hanno messo oltre 400 milioni di euro. Ma la gestione è diversa

Fiorentina-Inter è l’esempio perfetto di come le proprietà americane non siano tutte uguali. Tutti quanti sono attratti dal fascino e dai margini di crescita di quello che era considerato il campionato più bello del mondo. Ma profili, motivazioni, strategie divergono. Prendete gli sfidanti di domani: Rocco Commisso è un imprenditore, Oaktree è un fondo d’investimento. Il primo ha voluto fortissimamente acquistare una squadra del suo Paese d’origine, il secondo se l’è ritrovata un po’ per caso. Commisso è alla sesta stagione a Firenze, Oaktree alla prima a Milano. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

VIOLA. Per Rocco Commisso il club viola non è un investimento con l’ossessione del rendimento, ma un qualcosa di più simile a un trophy asset. Il progetto è chiaro: rendere competitiva la squadra e solida la società, senza badare a spese. Con il gioiello del Viola Park costato alla fine 122 milioni che si aggiungono alle iniezioni per coprire le perdite del club, nell’ambito di versamenti in conto capitale da 154 milioni. Ogni anno, poi, sulle maglie viola campeggia la scritta Mediacom. E’ una sponsorship dal valore nettamente superiore al benchmark di mercato che ha fornito alla Fiorentina ben 150 milioni, compresa l’attuale stagione. Il totale dell’investimento di Commisso è arrivato così a 474 milioni. I viola presentano conti in ordine: zero debiti con le banche e un deficit di 6 milioni nel 2023-24, in miglioramento rispetto al -20 del 2022-23.

INTER. Oaktree è un fondo specializzato nelle operazioni ad alto rischio: creato nel 1995, oggi gestisce un patrimonio di 205 miliardi di dollari, in gran parte impegnati a titolo di finanziamenti. Come si configurava, all’inizio, il dossier Inter: il maxi-prestito da 275 milioni di euro nel 2021, concesso alla controllante lussemburghese, fu decisivo per salvare i nerazzurri. Tre anni dopo la famiglia Zhang, in crisi di liquidità, non ha rimborsato il dovuto, nel frattempo lievitato a 395 milioni con gli interessi, e Oaktree ha esercitato il pegno sulle azioni diventando, lo scorso maggio, proprietario dell’Inter. Nel primo esercizio sotto la sua gestione, il fondo ha ripatrimonializzato il club per 47 milioni, per cui al momento la sua esposizione ammonta a 442 milioni. La via è quella del riequilibrio economico-finanziario, dello sviluppo globale e dello stadio, su cui Oaktree è scesa in campo direttamente con i suoi manager.

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