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Rassegna Stampa

La notte di Zaniolo. Tocca a lui reggere il peso dell’attacco della Fiorentina

Senza Kean, i viola possono uscire da questa situazione solo con Zaniolo che incide e decide, trascina e si fa trascinare

Non ci sono ruolo o posizione in campo che tenga, stasera Zaniolo è chiamato a fare Zaniolo, scrive il Corriere dello Sport. Ne hanno bisogno Palladino e soprattutto la Fiorentina, a caccia di una vittoria contro il Lecce che rilanci classifica e orizzonte, ed è obiettivo possibile se i calciatori più rappresentativi della squadra riescono ad esprimere la loro qualità indiscussa. Zaniolo è l’uno e ha l’altra, ma in una carriera sulle montagne russe, gli è capitato spesso di disattendere le aspettative. Le sue per prime.

«Sono stato in Turchia e in Inghilterra, poi sono andato all’Atalanta: volevo dare tanto, poi non ci sono riuscito. Penso che questa sia la volta giusta e la volta buona per dimostrare veramente quello che valgo». Perfetto. La Fiorentina non chiede altro. Parole pronunciate nel giorno della sua presentazione al Viola Park meno di un mese fa e sono state chiare, chiarissime. Solo che da allora le parole non sono state seguite dai fatti e i motivi sono tanti, certo non tutti ascrivibili a Nico (non l’ex poco rimpianto) sotto forma di responsabilità.

Palladino stasera contro il Lecce gli affiderà di nuovo le chiavi dell’attacco stavolta da dividere con Beltran sempre perché manca Kean, perché la Fiorentina solo con Zaniolo che incide e decide, trascina e si fa trascinare, può uscire da questa situazione. Non solo con lui e grazie a lui, chiaramente, ma la parabola del figliol prodigo è nota a tutti e per Nicolò, dopo una decina d’anni da girovago a fasi alterne, un po’ sul palcoscenico da protagonista, un po’ dietro le quinte, è il momento di riprendersi la scena.

Ciò che è stato Zaniolo finora in maglia viola: tre presenze contro Inter a San Siro, Como e Verona, la prima subentrando per ventitré minuti, le altre due da titolare giocando rispettivamente cinquantacinque e ottantaquattro minuti, nessun gol, nessun assist, pochi segnali di vitalità tecnica. Poco, troppo poco per lasciare il segno e la “chiamata” di stasera sta tutta in questi numeri. Non che il Lecce sia avversario comodo, non che lo stato attuale di forma psicologica e tecnica della squadra viola siano passe-partout per aprirgli le porte del successo a Firenze, ma rimane sempre l’occasione ideale in cui mettere da parte tutto e tirare fuori il tutto che Nicolò ha rispetto a buona parte del campionario italico.

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