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La Nazione: Gennaro Gattuso con il cuore d’oro. Prima l’uomo, poi il resto

Gattuso

Quando a Creta si dimise e pagò di tasca propria una mensilità ai giocatori Le battaglie a Pisa e la rinuncia all’indennità al Milan. Sempre per orgoglio

Da una parte c’è «Rino» o «Ringhio». E poi, sotto la scorza dell’ex calciatore rude e verace, c’è Gennaro Gattuso. Rino è quel giocatore che ha vinto tutto quello che c’era da vincere, ogni trofeo disponibile sulla faccia della terra: Mondiale, Champions, Intercontinentale e scudetto. Gennaro invece è colui che tanti hanno saputo definire con una sola ma significativa parola: uomo. Scrive La Nazione.

Termine che racchiude tutta l’essenza di una persona che si è fatta da sola, che ha saputo affrontare decine di difficoltà ma che poi – giunto all’apice della carriera – non si è mai scordato da dove veniva, dando sempre importanza alle origini e mostrando in più di una circostanza il lato migliore di sé. È stato forse grazie alla sua sensibilità che Rocco Commisso si è invaghito del tecnico, al punto tale da monitorarlo per un campionato intero prima di strappare il definitivo sì.

Sono tanti del resto gli episodi nella carriera di Gattuso che colpiscono nel profondo e che danno la dimensione di quanto l’allenatore abbia saputo farsi apprezzare dentro e fuori dal campo

Come non ricordare di quando nel 2015, dopo le dimissioni da tecnico dell’Ofi Creta, provvide a versare una mensilità ai suoi ex giocatori (quasi 50mila euro) oppure quando a Pisa, nel bel mezzo della burrasca societaria (era il dicembre 2016) Rino acquistò confezioni di acqua per la squadra da usare in allenamento e contribuì al salario di buona parte dei giocatori, in particolare dei ragazzi con l’ingaggio più basso e lontano da casa. Per non parlare poi di quando a giugno 2019, discutendo la rescissione con il Milan (dopo non avere avuto garanzie per il suo lavoro) rinunciò alla buonuscita pur di garantire il pagamento dello stipendio a tutto il suo staff.

Ma anche in tempi recenti il cuore di Gattuso ha saputo scrivere pagine di grande umanità

Nel marzo 2020 – in piena pandemia – il tecnico ha donato un’ambulanza al comune di Corigliano Calabro (città dov’è nato e dove risiede la sua famiglia). Ma oltre alle tante problematiche lavorative verso cui è andato incontro, per Gattuso non sono mancate vicissitudini di natura privata che hanno rischiato di mettere a repentaglio la sua carriera.

Tipo quando nel giugno 2020 Rino perse la sorella Francesca, colpita a soli 37 anni da un male improvviso che in soli due mesi la condusse alla morte. Oppure nel momento in cui, solo poche settimane fa, ha fornito a tutti l’esempio della lotta contro la miastenia, la malattia all’occhio destro che perseguita Rino dall’età di 10 anni ma che l’allenatore ha affrontato con coraggio: «Vedere doppio 24 ore al giorno è dura ma solo un pazzo come me può stare in piedi« ha raccontato Ringhio. Un «pazzo« che però Firenze attendeva da tempo.

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