Rassegna Stampa

La Nazione dà voce alla rabbia dei tifosi: “Una squadra imbarazzante. Pioli? Dovrebbe dimettersi”

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Le opinioni raccolte dal quotidiano tra alcuni sostenitori gigliati: “La gente li segue con il freddo e con la pioggia, e loro sembrano sbattersene”

Viola per la rabbia. L’amore per la Fiorentina è una fede che resiste a tutto, ma questa volta la pazienza dei tifosi sembra al limite. Dopo dieci giornate e appena quattro punti, la squadra è sprofondata in zona retrocessione, all’ultimo posto. E la città vive un mix di amarezza, delusione e incredulità. Nei bar, per strada, dai tabaccai, la domanda è la stessa: cosa sta succedendo? La Nazione prova ad affidare alla voce di alcuni tifosi la risposta.

PAROLA AI TIFOSI. “Contestazione giusta, squadra costruita male, con 90 milioni e un allenatore che dopo dieci giornate non ha ancora espresso un calcio decente. Non riusciamo a fare un tiro in porta“. Gabriele Bianchi parla con la voce di chi non riesce più a difendere l’indifendibile. Francesco Masseti è più diretto: “Una situazione così non si era mai vista: risultati pessimi e colpe diffuse. La società è assente, il presidente non si fa vedere. Il comparto tecnico è imbarazzante. Siamo una piazza che dovrebbe lottare per la Champions. Invece gli atteggiamenti della squadra lasciano basiti: non corrono e sbagliano stop da scuola calcio“.

SENTIMENTO GENERALE. Il refrain si ripete: una squadra smarrita, senza identità e una società che sembra lontana. “Ora serve un ds vero, che protegga l’allenatore. Uno alla Giuntoli, per capirsi. Pioli ha esaurito le cartucce, serve un cambio di passo. Un Vanoli potrebbe essere una scelta giusta“, dice Alessandro Cioppi, tra i pochi che provano ancora a parlare di soluzioni. Ma la maggior parte non ha più fiducia. Andrea Landi riassume il sentimento generale: “Bisogna fare gruppo e riportare i tifosi allo stadio, come una volta. Pioli ha perso il controllo della squadra: troppe volte giocatori forti sono stati lasciati in panchina. Ma anche i calciatori non sembrano più gli stessi. Serve uno come Thiago Motta“. C’è anche chi se la prende con l’allenatore in modo più personale. “Un vero signore, al posto di Pioli, si dimetterebbe. Siamo la quinta squadra per punti nella storia della Serie A: va rispettata la maglia e il passato. Bisogna rialzarsi, per la città e per i tifosi“, dice Dimitri Palloni, con la voce carica di orgoglio.

MALESSERE PROFONDO. Ma c’è anche chi non vuole buttare tutto all’aria. “Il cambio di mister è quasi certo. Ma non spero che Commisso venda la società. Qualcosa di buono, negli ultimi anni, si è visto“, spiega Leonardo Masi, cercando di mantenere l’equilibrio. Ma il malessere è profondo. “Siamo allo sbando totale, a partire dalla dirigenza: non c’è uno che capisca davvero di calcio. Anche Pioli ha creato false aspettative… quest’estate si lamentò perché Allegri non inserì la Viola per la lotta Champions, e ora dopo dieci match siamo in zona retrocessione“, ricorda Luca Iacobucci.

IMBARAZZO. La parola che torna più spesso è ‘imbarazzo’: “Non c’è reazione, non c’è rispetto per la città, la storia e i tifosi. Imbarazzanti. Sembra che non gliene freghi niente. La gente li segue con il freddo e con la pioggia, e loro sembrano sbattersene“, dice Tommaso Posarelli, quasi a nome di tutti. Il quadro che emerge è quello di una squadra spenta. “Difficile trovare una soluzione: sembra che ci sia una società vuota, una squadra scarsa e un allenatore pessimo“, spiega Emiliano Bartolini. E mentre l’umore precipita, l’assenza del presidente pesa come un macigno. “Manca la società. Spero che Commisso stia bene, ma ora devei farsi vedere per risolvere la situazione“, dice Paolo Bussolotti. E poi c’è Andrea Di Salvo, il famoso benzinaio, che chiude il cerchio con la sua amarezza lucida: “Situazione drammatica. Giusto allontanare Pioli, ma ora non sarà facile trovare la persona giusta per uscirne. Se il mister fosse un signore, si sarebbe dimesso: capisco i 9 milioni, ma ricordiamoci che diceva di amare Firenze“.

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