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La Nazione – Da Dzeko al mancato riscatto di Cataldi: Pioli e il lavoro silenzioso in smart working sul mercato

Tecnico già libero, l’ufficialità a luglio. I colpi in collaborazione con Pradè

Come riportato da La Nazione, il primo semaforo verde è arrivato ieri dall’Arabia, quando l‘Al Nassr ha annunciato di aver risolto il contratto che legava Pioli e il suo staff al club saudita. Una mossa che farà da preludio alla sottoscrizione del nuovo accordo dell’allenatore con la Fiorentina: questione di qualche giorno e poi la fumata bianca arriverà. Il tecnico, nel frattempo, in modalità smart working, ha continuato a dialogare ininterrottamente con l’area tecnica per mettere a punto i prossimi step legati al calciomercato, che se ancora non è partito in via ufficiale sta però già vedendo i viola protagonisti (sono in tutto oltre 40 i milioni spesi per questa sessione, tra riscatti e investimenti). Una scelta, quella di aggredire con forza la campagna acquisti, che se per certi versi va contro a quello che aveva raccontato il ds Pradè solo un mese fa è stata anche figlia di una richiesta esplicita da parte di Pioli, che per accettare la terza chiamata in carriera alla Fiorentina ha chiesto e ottenuto garanzie precise.

L’’impatto che il tecnico ha avuto sul mondo viola è stato per certi aspetti travolgente. Un fiume in piena che si è tradotto in appena un paio di settimane in tre acquisti, la bocciatura di qualche prestito ancora rimasto a mezz’aria dopo la scorsa stagione, il riscatto di Gudmundsson (sulla base, però, delle cifre che la Fiorentina si era imposta di centrare) e la permanenza di qualche giovane di belle speranze. L’arrivo a 0 di Dzeko – l’operazione più difficile – è forse l’esempio migliore: partita dietro al Bologna, la Fiorentina si è fatta strada forte anche del legame telefonico che l’allenatore ha instaurato col bomber bosniaco. Ma anche nelle scelte di Fazzini (arrivato ieri pomeriggio al Viola Park dopo le visite mediche a Roma) e Viti (sul primo c’era la Lazio, sul secondo il Torino) il peso di Pioli è stato determinante. Così come nel rispedire al mittente Cataldi (che sarebbe invece rimasto con la permanenza di Palladino) e nel confermare il 2006 Fortini, il giovane di proprietà viola che più di tutti ha stupito nel corso dell’ultima stagione.

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