L’ultima immagine è quella che resta nel cuore. Mamma Anna Astori prima di lasciare piazza Santa Croce invia un bacio ai diecimila che sono davanti a lei, dietro le transenne. È un attimo. Così scrive La Gazzetta dello Sport. Quel mondo colorato di viola che ha accompagnato il funerale in un silenzio assordante si accende di colpo. «C’è solo un capitano, solo un capitano». Cantano tutti. Non è finita. Da un gruppo di tifosi parte un altro coro, inventato sul momento: «Ovunque tu sarai, Davide Astori sarai con noi».
Fin dalla mattina, tutti in piedi. Tutti in silenzio. Interrotto solo dall’applauso che accompagna l’arrivo delle varie delegazioni. La Fiorentina si materializza intorno alle 9.30. Pioli in testa. Gli altri dietro. Non ci sono cori per la squadra viola. Non è un giorno da tifosi. È un giorno da amici. Tutti travolti dal dolore. Ci sono applausi per Andrea Della Valle che arriva con il presidente esecutivo Cognigni e per Diego Della Valle che entra nella Basilica insieme a Matteo Renzi («Firenze ama in modo straordinario»). Il feretro è appena partito dal Centro Tecnico di Coverciano. Si ferma un attimo davanti alla tribuna autorità dello stadio. In mille sono ad aspettarlo. Il Franchi è stato una seconda casa per Davide. Appoggiate alla cancellata ci sono una montagna di testimonianze. Foto, sciarpe, maglie, disegni di bambini, rose. Soprattutto bianche. Una parete d’amore.
È Sua Eminenza Giuseppe Betori, cardinale di Firenze, a parlare alle centinaia di persone presenti all’interno della Basilica e ai diecimila fiorentini in piedi nella piazza. «Di molte cose nella vita ci sfugge il senso. Della morte non abbiamo spiegazioni da offrire. Non chiedetemi motivi per essere consolati, posso solo piangere con voi». Ricorda Davide parlando del «nostro Capitano». «La sua umiltà, la sua semplicità, la sua modestia, la sua responsabilità: così il mondo del calcio lo ha ricordato. Parole che ce lo rendono caro. Davide ci ha insegnato che nella vita si gioca di squadra. Lui lo ha fatto aiutando i bambini del Meyer e i compagni più giovani. In questo mondo di superbia ci ha regalato la sua umiltà. Da Capitano entrerà per sempre nella storia della Fiorentina. Infine vorrei ricordare il suo legame con la città. È stato un fiorentino da sempre e per sempre».
Parole accompagnate da un grande applauso della piazza. Le lettere di Badelj a nome dei compagni e del fratello Marco vengono ascoltate in religioso silenzio. Con la commozione che sale alle stelle. I presenti raccontano che dentro la Basilica in tanti non sono riusciti a trattenere le lacrime. Poi, dopo la benedizione i diecimila presenti aspettano l’uscita del feretro. Interrompendo il silenzio con alcuni cori dedicati a Davide. Intorno a mezzogiorno e mezzo la macchina con il feretro lascia la piazza seguita dalle auto con i famigliari. La gente però rimane ancora qualche minuto. Ammutolita davanti alle porte della Basilica spalancate: incapace di allontanarsi. Nel tentativo di rimandare un distacco sempre più doloroso. Un tifoso di mezza età mostra orgoglioso una sciarpa con la scritta: «Se avessi due vite te le regalerei entrambe».
E tanti pensieri vanno alla figlia del Capitano, alla piccola Vittoria che non ha partecipato alla funzione religiosa. Ma che è nel cuore di tutti. Firenze l’ha giurato: farà il possibile e l’impossibile perché Vittoria, crescendo, scopra anche attraverso i tifosi viola che splendida persona era il suo babbo.
Di
Redazione LaViola.it