
A 34 anni decisivo con la Fiorentina, Spalletti se lo tiene stretto. Più volte sfortunato in carriera: ora è il suo momento
Al termine del match contro Malta, Bonaventura si è presentato alle interviste con quell’innocenza tipica di chi, al liceo, era solito entrare in classe dopo il suono della campanella: “Scusate il ritardo”. Sì, perché con il gol segnato sabato, a 34 anni Jack è diventato il giocatore più anziano a trovare la prima rete con la maglia della Nazionale. Scuse accettate, verrebbe da dire. Del resto, capita spesso che tra i ritardatari si nascondano le menti più brillanti. Un impatto in campionato fin qui da top player. Con quattro gol e due assist in otto partite, Jack sta facendo volare la Fiorentina, quarta in campionato e fresca di vittoria al Maradona contro il Napoli campione d’Italia proprio grazie a un suo gol. Così scrive Tuttosport.
TEMPISMO E FORTUNA. Una partenza che però, per quanto positiva, stupisce fino a un certo punto: sono ormai diverse stagioni che Bonaventura ci ha abituato a prestazioni e a numeri da leader di questa Viola. Nella passata stagione sette gol (di cui uno in finale di Conference) in tutte le competizioni. Resta dunque un unico interrogativo: come è possibile che in oltre dieci anni di carriera ad alto livello Bonaventura sia stato semplicemente ignorato dalla Nazionale? L’impressione è che a mancare nella sua carriera sia stata la giusta dose di tempismo e fortuna, elementi spesso troppo importanti per la crescita di un giocatore.
MAI TROPPO TARDI. Nel 2014, dopo le ottime stagioni con l’Atalanta – ancora lontana dalla sua versione europea firmata Gasperini – Jack arriva in un Milan in piena ricostruzione. In tre stagioni complicate per i rossoneri ne diventa uno dei leader tecnici. Nel momento in cui sembra stiano tornando i presupposti per tornare competitivi in Italia e in Europa, arrivano due infortuni, uno alla coscia e uno al ginocchio, che ne precludono la crescita e convincono il Milan nel 2020, la stagione della svolta e del ritorno di Ibra, a cederlo a parametro zero alla Fiorentina. L’idea, insomma, è che il centrocampista si sia trovato più volte nel posto giusto al momento sbagliato. Spalletti questo l’ha capito e così ha scelto di puntare su di lui, pur avendo a disposizione una serie di interpreti di qualità in quella zona del campo. Stasera a Wembley facile che il ‘nostro Bellingham’ – come l’ha definito il ct – possa essere impiegato a gara in corso, magari per incidere con una conclusione dalla distanza e a ricordarci ancora una volta che nel calcio, così come nella vita, non è mai troppo tardi per essere grandi.

Di
Redazione LaViola.it