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La Juve e il nuovo assetto per provare il rilancio. Fiorentina banco di prova per Allegri

L’analisi del Corriere dello Sport: un 4-4-2 che sembra 4-2-4, con tanti interpreti offensivi. La riprova in campionato dopo la Champions

Per la prima volta in questa stagione la Juve ha giocato una bellissima partita, vincendola ben oltre i due gol di scarto, scrive Il Corriere dello Sport. Gran parte del merito va alla prova di Dybala, anche al gioco di squadra visto per la prima volta.

LA SPINTA IN AVANTI. Martedì sera in Champions la Juve ha giocato con due ali d’attacco (Chiesa e Bernardeschi), un regista (Locatelli) noto anche per le sue incursioni offensive, un centrocampista (McKennie) che come principale caratteristica ha proprio quella degli inserimenti con e senza palla, due attaccanti puri (Morata e Dybala), un terzino (Alex Sandro) che attacca spesso, un altro terzino (Danilo) che attacca meno ma attacca e due difensori (Bonucci e De Ligt) più bravi a impostare che a difendere. Fuori i palleggiatori che rischiano di rallentare la manovra (Arthur), fuori Rabiot (meno offensivo di Bernardeschi), fuori un mediano puro (Bentancur). Per come era disposta tatticamente è stato giusto indicare il modulo nel 4-4-2, ma per le caratteristiche dei giocatori era un modulo da 4-2-4.

È IL FUTURO? Tutto sembrava tranne che una formazione pensata da Allegri e invece il tecnico, come gli capita spesso nei momenti di difficoltà, ha trovato il suo colpo di genio. Ora però torna il campionato italiano e si pone una domanda inevitabile: può essere questo il punto di equilibrio della Juventus di oggi e del prossimo futuro? Una formazione così offensiva può diventare la base per il rilancio in campionato? La risposta ce la daranno la Fiorentina, la Lazio (prossime avversarie dei bianconeri) e soprattutto le scelte di Allegri. Che sa bene come, a livello tattico, le squadre della Serie A siano molto più attrezzate di quelle russe e svedesi, non sempre capaci di intuire gli spazi che si aprono. Le italiane sì, lo capiscono eccome.

INDISPENSABILI. Dalla gara con lo Zenit si è capito che la Juve non può fare a meno di Dybala e di Chiesa, sul conto del quale Allegri deve fare una riflessione. Probabilmente lo ricordava ai tempi di Firenze, quando non era un giocatore così compiuto, ma nella stagione scorsa con Pirlo ha completato un processo di crescita che ora lo mette non al pari, ma al di sopra della gran parte dei suoi compagni di squadra. Il problema è che una formazione con Chiesa, Dybala, Morata e Bernardeschi tiene fuori un altro protagonista delle ultime stagioni juventine, Cuadrado. A meno che Allegri non voglia davvero esagerare e schierare il colombiano al posto di Danilo.

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