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La grande occasione di Pradè. Meno vincoli e paletti, voglia di salto di qualità. Anche per il proprio futuro

Pradè e Ribery

Il ds viola potrebbe avere la chance di fare un grande mercato. Da traballante a cardine per una voglia immensa di salto di qualità

C’è stato un momento in cui anche Daniele Pradè è finito nel mirino (acceso) della critica. Soprattutto nei giorni in cui la Fiorentina di Montella naufragava e alcune (forse anche troppe) operazioni di mercato si erano rivelate sbagliate. Poi, col cambio di panchina e il mercato di gennaio, il trend è fortunatamente cambiato. Per chi ha il viola nel cuore, ma anche per la stessa figura del ds viola.

Detto che la scelta di proseguire con l’Aeroplanino non è stata una scelta del ds viola, ma un diktat di Commisso che voleva dare a Montella stesso una chance, e che l’estate scorsa è stata fin troppo particolare per essere considerati esenti da alibi, Daniele Pradè è passato dall’essere in bilico all’avere una grande chance di fronte: poter essere l’artefice di una Fiorentina da Europa. Alta Europa. Rocco Commisso continua a mandare messaggi forti: Voglio investire e vincere.

NON SI VENDE. SI COMPRA. Il leitmotiv sulle voci di mercato che riguardano i talenti viola, da Chiesa a Castrovilli, è sempre lo stesso. La volontà della Fiorentina è comprare, non vendere. Non ce n’è esigenza, né voglia di privarsi di alcun calciatore considerato importante. Il percorso di crescita è appena iniziato. Le basi gettate sono buone, e con l’innesto di Amrabat e i margini di miglioramenti evidenziati da diversi giovani viola, oltre al recupero di Ribery, fanno ben sperare per l’anno prossimo. Ma come detto, qui si compra.  Perché l’occasione è ghiotta.

FAIR PLAY FINANZIARIO. La crisi che sta vivendo il mondo intero per colpa del coronavirus riguarda, e molto, anche il calcio. Che non solo non sa ancora se e quando ripartirà, ma anche non può sapere come lo farà. A livello economico si annunciano possibili cambi epocali. E l’Uefa, intanto, ha già annunciato modifiche ai paletti del fair play. In sostanza, si potrà investire per la stagione 2020-21 quando si vuole. A patto che nel triennio non ci siano perdite superiori ai 30 milioni. In pratica, Commisso potrebbe spendere una valanga di soldi quest’anno per tentare la rapida scalata, e se questa dovesse fallire, avrà comunque modo di rimettere i conti a posto l’anno prossimo. 

Commisso potrebbe fare ciò che fino ad oggi, da quando le norme Uefa sono entrate in vigore, non è mai stato consentito di fare. Salvo deroghe, come ha fatto il Milan. Che con il suo all-in ha pagato poi le conseguenze e ne dovrà pagare ancora. E nel frattempo potrà portare avanti la battaglia sul nuovo stadio, anche grazie a norme che potrebbero cambiare e rendere l’iter più agevolato.

PREZZI. La crisi porterà società che si basavano su alcuni modelli economici legati ad introiti improvvisati, e non programmati, come quelli provenienti da diritti tv e plusvalenze, a dover rivedere prezzi dei cartellini e piani per il futuro. La Fiorentina, invece, con la solidità di Commisso alle spalle, non avrà alcun problema. E chi vorrà vendere, dovrà per forza di cose accontentarsi di valutazioni al ribasso. A Firenze, invece, non si fa sconti perché non c’è alcuna esigenza di vendere. “Sono qui per comprare, non per vendere”, ha sempre detto e ribadito il numero uno viola. Il tutto, come detto, sarebbe affidato ancora a Daniele Pradè.

DA TRABALLANTE A CARDINE. Da traballante, insomma, o quantomeno sotto osservazione, adesso Daniele Pradè ha una grande opportunità: quella di poter ‘fare la storia’ con la Fiorentina. Laddove non riuscì una prima volta, quando i Della Valle gli dettero carta bianca e portò a Firenze Pepito Rossi e Mario Gomez, con un carico di sfortuna enorme, adesso potrà ripartire. Già in parte lo ha fatto convincendo un campione come Ribery, e rifacendo quasi da zero una rosa la scorsa estate e a gennaio. Andando anche a prendere un calciatore ambitissimo come Amrabat che voleva mezza Italia. L’occasione di fare il salto di qualità c’è per la Fiorentina, e per lo stesso Daniele Pradè, considerato sempre uno di famiglia da Barone e Commisso, e messo in discussione più dai risultati che dagli stessi dirigenti viola. Adesso, però, potrebbe essere arrivato il momento di cambiare marcia davvero. E stavolta senza errori.

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