Rassegna Stampa
La grande occasione: folla allo stadio e orgoglio contro la rivale di sempre
Certo, è la Juve. E tutto quello che ne consegue: dallo scudetto “rubato” alla fuga di Baggio arrivando al 4-2 da infarto con in mezzo cento altre immagini da far battere il cuore.
È la Juve, appunto, e quindi molte altre storie più attuali, non tanto guardando la classifica, quella che alla Fiorentina fino a oggi non è interessata molto, vista e considerata la posizione senza infamia e senza lode conquistata, si fa per dire, da Sousa e dai suoi.
Questa volta la sfida più importante di sempre ha senso soprattutto per tornare a far scorrere il sangue nel corpo del Franchi, stadio sovradimensionato per il calcio del nuovo millennio ma a volte maledettamente esangue nonostante i ventimila e passa abbonamenti.
Argomento abusato, quello dello stadio, ma intanto tornare a vivere il clima dei vecchi tempi è una botta di andrenalina che ci farà sentire il calore del pallone vecchio stile, non per puro esercizio di nostalgia, ma per dare un senso compiuto a una passione che altrimenti rischia di arenarsi sulle meste spiagge dei gelidi conti aziendali di un calcio nemico dei sentimenti.
Ma la Juve è la Juve e già quel confronto tra il colore viola e il bianco e nero è roba forte anche solo dal punto di vista cromatico. Un’emozione, appunto. Poi c’è Sousa, quello che ha la faccia di chi non vede l’ora di arrivare alla fine di questa storia partita benissimo e proseguita nel peggiore dei modi.
Senza amore, cioè, ma con fredda e professionale gestione del quotidiano. Nessuna visione, nessun sogno condiviso. E mica solo per colpa sua. Certo che per Paulo questa non sarà una sfida come le altre. Lui, per uscire dal solco del provincialismo, dice che non vuole essere ricordato come quello che ha vinto una partita, ma la verità è che un bel risultato stasera riporterebbe il suo nome in prima pagina dopo un anno di oblio e lo aiuterebbe a vivere meglio questi ultimi mesi da allenatore viola.
Insomma, dopo quella sfida regalata alla Juventus alla prima di andata, anche lui avrebbe l’occasione di riconquistare un po’ di quella Firenze che lo osannava come un guru prima che il sogno diventasse distacco, l’immaginazione routine senza anima. Non tutta la responsabilità è di Sousa, che tra l’altro ha ancora in mano la possibilità di sorprendere tutti magari conquistando una Coppa.
Diciamo che la gestione che i suoi uomini hanno fatto della comunicazione è stata un po’ approssimativa. E la comunicazione è tanto, anche se non tutto. In ogni caso il suo futuro è altrove. Magari proprio dalle parti di Vinovo, dove ha tanti amici che non vedono l’ora di riabbracciarlo.
Lui dice che è un professionista, e fa bene a dirlo. Dovesse andare alla Juventus c’è da giurare che tornerà sui social quel video con lui che in Piazza Santo Spirito saltava cantando “Chi non salta è bianconero”. Sarebbe divertente.
Di sicuro un bel risultato stasera aiuterebbe Sousa a tenere la testa alta in attesa della fine di questa stagione fino a oggi senza lampi. Perché poi, diciamocelo, il vero rischio è pensare che questa sia soltanto una lunga attesa. Invece la Fiorentina ha fatto anche qualche progresso rispetto a un anno fa.
Un girone di Europa League chiuso al primo posto e la Coppa Italia ancora viva grazie a un po’ di fortuna, quella che col Carpi non si fece viva. In fondo i tifosi questo chiedono: non dover aspettare fino alla prossima stagione per emozionarsi un po’.
Ecco il valore di questa sfida con la Juve: ripartire col motore a mille in un 2017 che deve prendere subito le distanze dall’anno precedente. E poi c’è Federico Bernardeschi. Piedi d’oro e cuore grande. Il ragazzo è cresciuto. Gli occhi di tutti gli saranno addosso. E lui dovrà trascinare avanti la sua Fiorentina. Firenze sogna una notte di brividi e di gioia, Firenze sogna una notte così.