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La grana contratti: scadenza al 30 giugno, club divisi. L’AIC…

Tommasi - AIC

L’intricata questione degli accordi in scadenza il 30 giugno: club perplessi, si rischia una causa dai giocatori. E la Fifa…

È uno dei nodi ancora irrisolti che può condizionare la ripresa della stagione: come regolamentare la questione dei contratti in scadenza al 30 giugno, visto che per finire il campionato occorrerà andare oltre quel termine (la Figc ha spostato al 2 agosto l’ultimo giorno utile per finire il campionato). Alla fine dell’ultima riunione tra la Figc e le componenti, la nota della Federcalcio ha rimandato al “necessario approfondimento che Leghe e AIC faranno in tempi brevi per la definizione del prolungamento dei contratti in scadenza al 30 giugno”. Al momento, però, non risultano ancora appuntamenti fissati tra il sindacato calciatori e la Lega Serie A, la componente professionistica maggiormente interessato da questo problema, scrive Tuttosport.
AIC D’ACCORDO. Dopo la video-conferenza della scorsa settimana con la Federcalcio, Damiano Tommasi ha subito telefonato al presidente della Lega, Paolo Dal Pino, per comunicare la disponibilità dell’Aic a una riunione a distanza per risolvere la questione. Il sindacato calciatori è d’accordo con la linea tracciata dalla raccomandazione della Fifa che propone l’estensione automatica dei contratti oltre il 30 giugno fino al termine della stagione in corso. Basta che venga chiaramente precisato un aspetto: l’ingaggio della prossima annata dovrà restare immutato, senza diminuzioni proporzionali alla diminuzione dei mesi, visto che si potrebbe ricominciare a settembre/ottobre. Per il resto i calciatori sono d’accordo con la proposta della Fifa. I club, però, devono ancora decidere quale posizione tenere. Sul prolungamento automatico si ripropone la divisione tra chi vuole interrompere definitivamente la stagione e chi invece la vuole portare a conclusione. È evidente che le società più scettiche non hanno interesse ad accogliere un principio che potenzialmente può spingere verso una causa i calciatori in scadenza e già d’accordo con altri club.
CLUB PIU’ DIVISI. È proprio questa la tematica più delicata: il timore che la raccomandazione Fifa non abbia valore vincolante davanti a un tribunale ordinario. L’ultima parola spetta al contratto di lavoro del singolo calciatore. Un pericolo talmente concreto che gli stessi componenti dell’ufficio legale della Fifa hanno espresso qualche perplessità in alcune dichiarazioni pubbliche. Anche in Premier League l’argomento era stato sollevato con preoccupazione. 
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