Il commento della rosea sulla gara dell’Olimpico di ieri con i viola usciti sconfitti nella gara contro la Lazio
Dopo 6 minuti la Lazio era già in vantaggio con la mezza rovesciata di Caicedo servito dalla torre di Lazzari e dunque poteva gestire la sfida come le piace: contenimento e ripartenze brucianti. La Fiorentina ha giocato di più, si è portata spesso dalle parti del rientrante Strakosha. Ma ha avuto due problemi: troppi errori nei passaggi finali e una catena di destra debole in tutti i suoi elementi dove la Lazio riusciva a infilarsi. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
Prandelli nel secondo round l’ha giustamente cambiata in toto. Al minuto 15 dentro Callejon per Venuti, dieci minuti più tardi fuori Quarta e Bonaventura per Lirola e Kouamè, entrato benissimo. E la Fiorentina è cresciuta, insieme con Castrovilli, al quale Milinkovic ha negato il gol respingendo di testa il suo tiro a porta vuota. Inzaghi l’ha pure aiutata cambiando Caicedo con Akpa Akpro col risultato di abbassare troppo il baricentro. Ma la Viola ha collezionato più angoli che occasioni. Così alla mezzora, forse nel suo momento migliore, ha subito su corner il 2-0 da una Lazio che si affacciava in attacco per la prima volta dopo l’intervallo. Il rigore firmato di Vlahovic è arrivato quando ormai si stavano spegnendo le luci della partita.
La differenza davanti
Alla fine, si torna sempre lì: per vincere devi segnare. Immobile non perdona, ha avuto un’occasione e l’ha sfruttata (per tacere del gol annullato). Vlahovic invece perdona parecchio. In questa sfida ha avuto almeno tre chance per far gol, ha dovuto aspettare un rigore per riuscirci. E’ vero, è un talento puro ed è comunque uno dei quattro classe 2000 che in Europa hanno segnato almeno 5 gol (gli altri sono un certo Haaland, Kean e Gouiri del Nizza). Ma non ha ancora maturato il killer instinct e si capisce perché la Fiorentina insegua Caicedo. Le servirebbe eccome, ma fossimo nella Lazio ci penseremmo un bel po’ prima di cederlo.
Di
Redazione LaViola.it