Responsabilità di Montella evidenti, ma la squadra è stata costruita male. Alcuni giocatori condivisi, ma non in attacco. Dove sono emersi tutti i problemi.
Tutto comincia da una foto, al tavolo ci sono il diesse Pradè, il dg Barone e Vincenzo Montella fresco di conferma. È il 16 giugno quando comincia ufficialmente il cammino della nuova Fiorentina stelle e strisce, a quel tavolo si stanno gettando le basi della squadra che verrà. Sei mesi dopo Montella saluta la Fiorentina, esonerato per più motivi, certamente legati a un rendimento da retrocessione ma non tutti di sua responsabilità. Così scrive il Corriere Fiorentino.
TENTATIVI A VUOTO. Se i risultati non giocano a favore del tecnico sono anche altre le motivazioni alla base della crisi, molte delle quali risalenti a quel giugno in cui fu proprio Commisso a confermare l’allenatore dopo il deludente finale della precedente stagione. Se da lui ci si aspettava il calcio tecnico e offensivo visto nella prima esperienza a Firenze, dalla società era attesa una rosa adeguata alle convinzioni di Montella ma non tutto è andato come si sperava. Le difficoltà sul mercato con i tentativi finiti male per De Rossi, Nainggolan, Tonali, Politano o De Paul, i tempi stretti che hanno imposto operazioni sul fil di lana come nel caso di Ghezzal; sono tutti fattori che col passare delle settimane hanno cambiato volto alla rosa che Montella si è poi ritrovato ad allenare. E così dal 4-3-3 si è passati al 3-5-2 per fare di necessità virtù, con un diverso di mix tra giovani ed esperti e qualche scommessa che non ha pagato a cominciare da Badelj.
ATTACCO IN CRISI. Se sugli arrivi di Lirola e Caceres c’è stato il pieno avallo del tecnico è in attacco che la strategia estiva ha fatto acqua. L’investimento per Pedro non è stato ripagato vista la totale assenza dal campo mentre l’apporto di Boateng è stato minimo. In più la crescita di Vlahovic ha imposto gli alti e bassi tipici di un giovane e se da un lato il lavoro di Montella ha comunque sortito frutti (come nel caso di Castrovilli, non a caso il giocatore con le caratteristiche più congeniali al gioco dell’allenatore) dall’altro l’attacco è andato in crisi non appena sono mancati Ribery e Chiesa. Quest’ultimo trattenuto a Firenze dalla proprietà, che si aspettava tutt’altro rendimento e tutt’altro atteggiamento.
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Redazione LaViola.it