Connect with us

Rassegna Stampa

La fragilità di una squadra che non fa filotto da nove mesi

È bastato un soffio di vento per far di nuovo crollare la fragile capanna viola. Una disattenzione (di Gonzalo, non l’unica in questa prima parte di stagione), troppa leggerezza su quel pallone: Muriel ci si è avventato segnando un gol tanto importante per la Sampdoria quanto doloroso per la Fiorentina. Fragile. Tanto, troppo. La squadra di Sousa è sembrata ancora una volta in balia degli eventi e troppo legata alla luna degli avversari che quando riescono a cambiare marcia difficilmente trovano dall’altra parte una pronta risposta, sia mentale che tattica.

Già, perché la fragilità viola non è solo psicologica. Al Franchi contro la bestia nera Giampaolo, l’allenatore portoghese ha mostrato notevoli difficoltà a gestire le variazioni dopo quel meritato vantaggio frutto di un buon primo tempo. Il risultato è che la Fiorentina non vince due partite di seguito in campionato dallo scorso 21 febbraio, quando il 3-2 a Bergamo contro l’Atalanta fece seguito alla vittoria casalinga contro l’Inter. Da allora, mai più. Nove mesi di tira e molla, di accelerate e brusche frenate che hanno finito per minare le sicurezze di una squadra che non riesce più a prendere in mano la partita soprattutto quando si trova in vantaggio.

A farne le spese naturalmente è la classifica, che tutto perdona tranne la discontinuità trascinando i viola in quella zona grigia a metà del guado, dove non si è abbastanza in alto per aggrapparsi all’Europa né troppo in basso per aver paura delle zone pericolanti. La terra di mezzo insomma. Che rischia di diventare un abito scomodo per le ambizioni della società e che non consente fino in fondo a Paulo Sousa di ricavare le giuste conferme dopo il cambio di modulo su cui sta lavorando ormai da qualche settimana. A preoccupare, soprattutto, sono i motivi di questa difficoltà a trovare quella continuità necessaria per ridurre il gap accumulato a inizio campionato dopo un avvio decisamente sotto tono.

Certo, i tanti cambiamenti di questa estate (anche se tra le seconde linee) non hanno certo aiutato. Perché la squadra nelle ultime due stagioni non ha perso solo la tecnica, i gol e la potenza fisica di giocatori come Savic, Cuadrado, Joaquin, Pizarro, Salah (solo per citarne alcuni), ma anche l’esperienza di giocatori come Pasqual o dello stesso Kuba che, anche se più fuori che dentro il campo, nella scorsa stagione erano riusciti a trattenere quella mentalità vincente acquisita durante l’era Montella, la stessa che aveva consentito le strisce positive che avevano fatto sognare in grande. Ma quale sia il vero virus che sembra essersi impadronito della Fiorentina, lo stesso Sousa sembra faticare a individuarlo. Figuriamoci allora come sia difficile trovare quelle contromisure in grado di far tornare i viola un gruppo da primi cinque posti della classifica. Proprio quelli che con una vittoria contro la Sampdoria sarebbero stati davvero più vicini consentendo di immaginare l’ultimo mese prima della sosta natalizia come quello del rilancio. Tutto da rifare invece.

8 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

8 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Rassegna Stampa

8
0
Lascia un commento!x