Rassegna Stampa

La forza del Capitano: Firenze nella luce di Davide applaude la Juve

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«Davide, questo sei per noi: luce». Si commuove Milan Badelj e commuove tutti i quindicimila che l’ascoltiamo in Piazza Santa Croce, dove gli altoparlanti riecheggiano la voce incrinata del compagno che porterà la fascia di Astori. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio. E nella sua luce, in questi funerali di popolo, Firenze applaude la Juve con toni scroscianti e prolungati. Per arrivare in tempo da Londra, hanno preso un volo privato alle 5 del mattino Allegri, Landucci, Barzagli, Buffon, Marchisio, Chiellini, Pjanic, Marotta, Rugani. A Firenze li hanno raggiunti Bernardeschi e Pessotto. In morte di Astori, il dolore annichilisce anche una rivalità acerrima, velenosa, astiosa.

Ha ragione Giovanni Galli. Rivive momenti tremendi pensando a Niccolò e ti sussurra: «Davide ha unito il calcio con il suo modo di viverlo, con la sua umiltà, con la sua sensibilità. Davide era uno che preferiva essere, non apparire. Sapeva quale fosse il senso della vita, della sua vita. E questo, per il calcio può essere davvero un nuovo inizio. Deve esserlo». Quante lacrime, quanti abbracci, quante sciarpe sospese in aria, quanti sentimenti davanti a Santa Croce, nel nome di Davide. E tutto nel rispetto assoluto, nella compostezza, nel silenzio della gente che alla commozione cede quando il feretro esce dalla chiesa e la gente canta l’inno della Fiorentina. Accende i fumogeni viola, bianchi e rossi. Sventola le bandiere. Intona i cori perché c’è un capitano/c’è solo un capitano. Mai sguaiati. Mai sgraziati. Mai scomposti. Sì, Firenze è questa che, a Coverciano, si mette in coda sino a notte per entrare nella camera ardente.

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