Chiesa con la fascia prima dell’addio, Ranieri imbriglia il centrocampo e la Sampdoria passa al Franchi. Una serata da dimenticare
Benedetta o maledetta gioventù. Questione di filosofia. La certezza è che la Fiorentina rimedia una figuraccia in una partita che avrebbe dovuto segnare il riscatto. Invece, solo rimpianti e tanti interrogativi. L’erroraccio di Kouame messo davanti al portiere da Bonaventura poteva far volare subito i viola, addolcendo una partita emotivamente spigolosa e complicata per l’addio certo di Chiesa (ieri capitano in campo, ma degradato moralmente dai tifosi). Così scrive La Nazione.
VLAHOVIC. Invece è stata una nottata complicata, con Vlahovic che consola Kouame e poi segna il momentaneo pareggio: spalle alla tribuna a mostrare il nome sulla maglia. Come dire, il centravanti sono io. Non basta. La Fiorentina si scopre ingenua e anche un po’ fragile senza il suo uomo faro: Ribery. Corre la squadra di Iachini padrona almeno per 25’, soffrendo solo in un paio di occasioni le ripartenze doriane, orchestrate da Ramirez e l’intramontabile Quagliarella. Amrabat nella posizione di metronomo va a corrente alternata, schermato prima da Ramirez e poi da Ekdal in seconda battuta, confermando che le doti in regia dell’ex Hellas sono inferiori rispetto ad altre.
PALO. La Samp prende campo e le strette maglie del centrocampo di Ranieri rompono le certezze viola, la gara si sblocca dal dischetto (ingenuità di Ceccherini che tira la maglia di Quagliarella in piena area), poi dopo il pari di Vlahovic ci pensa Verre, con un pallonetto chic (che errore Dragowski) a chiuderla. Il palo di Chiesa – proprio lui – a 10“ dalla fine è solo l’ennesima beffa di una serata da cancellare.
Di
Redazione LaViola.it