La Fiorentina punta sui gol di Cabral. Simpatia e impegno, è arrivato il suo momento

Tre gol in quattro giorni dalla panchina, otto reti totali in stagione: i conti iniziano a tornare dopo tanta attesa? Domani sarà titolare

A Basilea non si capacitano perché Cabral non giochi o giochi poco, perché continui ad avere tutte queste difficoltà ad imporsi nella Fiorentina a distanza di oltre un anno dal suo arrivo a Firenze. Il club viola si innamorò di lui seguendo le sue prodezze (sì, prodezze) in Conference League nel 2021, quando il brasiliano segnò la bellezza di tredici gol in dodici partite. Però potrebbe essere arrivato il momento della soluzione dell’enigma. Merito di “Artù”, come lo chiamano nel gruppo, uomo benvoluto da tutti per la generosità e la trasparenza nei comportamenti, e attaccante che mai ha lesinato impegno e disponibilità al servizio della Fiorentina. Cabral finora non ha conquistato tecnicamente Firenze (che era e rimane la cosa che conta), ma umanamente non ha uno che non sia dalla sua parte. Se è sul punto di realizzarsi come sembra, i frutti saranno ancora più copiosi. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

BRAVO, SIMPATICO E… A SEGNO. Il merito è tutto di questo ragazzone dal gran fisico e col sorriso stampato, mai una parola sbagliata e mai un atteggiamento in campo e né tanto meno fuori che possa avergli attirato critiche. Un giocatore che per primo corre verso Jovic ad abbracciarlo al secondo gol della doppietta segnata dal serbo a Braga e che poi, a doppietta a sua volta realizzata sempre in Portogallo, aspetta sorridente l’amico Luka che corre verso di lui a fine partita e se lo carica sulle spalle. Di nuovo dalla panchina contro l’Empoli, entra a venti minuti dalla fine e gli basta un terzo di partita per prendersi palcoscenico e applausi segnando il gol dell’1-1. Totale, tre gol in meno di un tempo disputato complessivamente tra Braga ed Empoli nello spazio di quattro giorni: i gol adesso sono quattro sia in campionato che in Conference League (dove domani avrà giustamente un’altra chance) e, se i conti cominciano a tornare, a Firenze sono più contenti. Non solo in Svizzera.