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La Fiorentina è una squadra piena di limiti. Ma è impensabile rassegnarsi a febbraio

Da “squadra in netta crescita” a “campionato destinato alla mediocrità”. Nella stagione in stile rollercoaster della Fiorentina continuano a cambiare, di partita in partita, gli umori e i giudizi attribuiti alla squadra viola. Se prima della partita con la Roma si parlava di un organico in crescita di rendimento, le quattro sberle stampate in faccia ai gigliati hanno (giustamente) cambiato completamente angolo di prospettiva sulla Fiorentina.

Più che il risultato umiliante, è stato il dominio fisico che i romanisti hanno esercitato sui viola, condito con l’inimmaginabile blackout psicologico nel secondo tempo, a lasciare i tifosi viola senza parole. La verità oggettiva è che la Fiorentina è una squadra costruita con evidenti limiti, alla quale se manca l’apporto di alcuni giocatori chiave va in enorme difficoltà. L’assenza di Kalinic ha avuto un pesante riscontro nella manovra offensiva; l’opaca prestazione di Bernardeschi è un altro fattore chiave (ai viola di Sousa serve come il pane un fantasista che crei imprevedibilità). Infine, i limiti di organico in difesa, vero cruccio della Fiorentina 2016-2017, si sono palesati nel peggiore dei modi.

Paulo Sousa, poi, ha le sue colpe: quando perdi con quattro gol di scarto non può essere esclusivamente merito degli avversari più forti. Inoltre, non convincono mai le sue dichiarazioni nel post partita: ormai sembra che il portoghese abbia studiato un “copione” che recita quasi alla perfezione in base al risultato finale della partita. Sta di fatto che la bassa qualità media e lo scarso numero dei difensori viola lo costringe a trovare soluzioni alternative che nel lungo periodo hanno prodotto veri e propri disastri, come lo spostamento di Sanchez sulla linea difensiva. La prestazione del colombiano con la Juventus sembra essere stata solo un fuoco di paglia. Senza dimenticare un Gonzalo mai così in difficoltà da quando è giunto sulle rive dell’Arno.

Tuttavia non è possibile abbandonarsi alla rassegnazione, occorre andare avanti. Una sconfitta pesante come quella subita con la Roma può avere gravi ripercussioni sul morale della squadra, ma il terribile mese di febbraio è appena iniziato. La Fiorentina dovrà affrontare l’Udinese sabato sera; dopodiché giovedì torna l’Europa League e la conseguente doppia sfida, a distanza di una settimana, con il Borussia Moenchengladbach. Nel mezzo il match di San Siro contro il Milan. Chiude il mese la partita contro uno dei migliori attacchi della Serie A, quello del Torino.

È innegabile che il treno per l’Europa sembra essere molto lontano, non tanto per i cinque punti di distanza dal quinto/sesto posto quanto per l’andamento mai costante della Fiorentina in questa stagione. E la sfida con il Gladbach, visto l’ottimo momento di forma dei tedeschi, sembra diventare più complicata di settimana in settimana. Non è accettabile però rassegnarsi ai primi di febbraio ad una stagione di anonimato. I verdetti si faranno a tempo debito. Oggi serve lottare con tutte le forze per rimanere aggrappati ai pochi obiettivi che restano sulla carta accessibili. A giugno si tireranno le somme, con tanto di probabile rivoluzione di una rosa che, senza cambiamenti, non potrebbe sostenere un altro campionato nella parte sinistra della classifica.

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