Come per tante società italiane, quello della Fiorentina non è un mercato scoppiettante. Ma c’è anche il sentore di essere vicini all’ennesima rivoluzione
Non è un mercato come tutti gli altri. Anzi, si potrebbe dire che è davvero unico, con il record negativo di operazioni fin qui portate a termine dai club italiani. La crisi economica causata della pandemia ha investito in pieno il mondo del calcio e ciò si riflette inevitabilmente sul calciomercato delle società nostrane. In tante resteranno completamente immobili durante questa difficile sessione invernale.
La premessa è più che doverosa per analizzare il mercato della Fiorentina. In un contesto di gravissima difficoltà, era impensabile vedere riproposta una campagna acquisti che potesse anche solo minimamente avvicinarsi alle cifre spese nel gennaio 2020. Tuttavia, le operazioni in entrata dei viola fanno indirettamente pensare a una strategia senza una vera e propria programmazione a lungo termine.
I DUBBI SU MALCUIT. Ci si riferisce ovviamente all’operazione Malcuit. Ceduto lo scontento Lirola, uno dei più cocenti fallimenti della gestione Pradè-bis, la Fiorentina aveva bisogno di rimpiazzare lo spagnolo sulla fascia destra. Sebbene Prandelli nelle ultime settimane abbia optato per una soluzione estremamente conservativa quale Caceres quinto di centrocampo, a Firenze è arrivato invece un esterno basso con spiccate doti offensive come il francese classe 1991. Le incognite che circondano l’arrivo del francese sono molteplici.
Innanzitutto la formula dell’operazione, che dovrebbe essere un prestito secco, parla chiaro sul tipo di investimento che la società ha voluto compiere. La Fiorentina conferma poi il cronico vizietto di acquistare giocatori che arrivano da un lungo infortunio, in quanto Malcuit a ottobre 2019 si è rotto menisco e crociato del ginocchio. Teoricamente il francese sarebbe tornato a disposizione di Gattuso a luglio. Teoricamente, appunto, perché da luglio a oggi Malcuit non è andato oltre i 37 minuti di utilizzo spalmati in 3 presenze. Il feeling con l’attuale tecnico del Napoli non è mai sbocciato, mentre con Ancelotti aveva trovato spazio (soprattutto nella prima stagione). I dubbi sul suo rendimento sono dunque più che giustificati, visto che alla Fiorentina sulla fascia serve un giocatore pronto all’uso. Ovviamente, la speranza è che il neo esterno gigliato (oggi le visite mediche) ritorni ai livelli mostrati in patria e all’inizio dell’avventura partenopea, al fine di risultare un fattore nel girone di ritorno dei viola.
LA GRANDE SCOMMESSA. L’operazione Kokorin ha senza dubbio uno sbocco più a lungo termine, ma anche in questo caso parlare di programmazione sembra eccessivo. I viola hanno rischiato assicurandosi un talento appassito da infortuni (anche lui) e soprattutto fattori extra campo. Un calciatore che peraltro non ha mai giocato un minuto in un campionato diverso da quello russo. Kokorin è in sostanza una rischiosa scommessa, ma su di lui la Fiorentina ha investito anche in futuro, visto che il suo contratto scadrà a giugno 2024 nonostante a marzo compia trent’anni. Anche in questo caso, l’auspicio è che l’ambientamento a Firenze sia rapido e (soprattutto) tranquillo, consentendo al ragazzo di tornare a sfoderare quei colpi che lo avevano reso l’ultimo grande talento del calcio russo.
IL RAGAZZO DEL FUTURO. L’operazione che più guarda al futuro è quella sul giovane Maleh, acquistato e lasciato in prestito al Venezia. Qui la Fiorentina ha colto un’occasione, assicurandosi un prospetto interessante del calcio italiano a spesa contenuta, visto che a giugno sarebbe andato in scadenza di contratto.
ARRIVA LA RIVOLUZIONE? L’ultima settimana di mercato regala sempre sorprese, ma quest’anno ce ne saranno molte meno per tutti. Lo stesso vale per la Fiorentina, che in teoria potrebbe anche fermarsi qui in entrata. Se così fosse, il messaggio implicito sarebbe alquanto chiaro. A giugno potrebbe arrivare l’ennesima rivoluzione, che potrebbe coinvolgere davvero tutti. A partire dai calciatori più importanti (Ribery, Milenkovic, forse anche Pezzella), proseguendo per l’allenatore e finendo con il direttore sportivo, che ha un contratto in scadenza a giugno. Non bisogna dare per scontato che tutto ciò accada: in caso di buon girone di ritorno Commisso potrebbe anche decidere di confermare Prandelli, e il destino di Pradè a oggi è tutt’altro che scontato da una parte e dall’altra. Ma il mercato condotto a gennaio sembra voler suggerire che a giugno cambieranno tante cose.
IL GRUPPO PER LA SALVEZZA È QUESTO. Intanto però c’è da salvarsi. La rosa della Fiorentina sulla carta non è certo da retrocessione. Tuttavia, la posizione di classifica resta incerta nonostante i leggeri miglioramenti (a parte la Waterloo di Napoli) visti nelle ultime settimane. Gli acquisti di questo gennaio sembrano voler puntare a una strategia conservativa, affermando che il roster attuale può tranquillamente raggiungere la salvezza senza grandi innesti. Lo vedremo venerdì a Torino, contro una squadra in grandissima difficoltà di risultati ma stimolata dall’arrivo di Nicola.
Di
Marco Zanini