Approfondimento sulla situazione in casa viola dopo la vittoria di ieri contro il Torino. Il francese continua a fare il fenomeno
È arrivato tutto insieme per la Fiorentina. La prima vittoria al Franchi dopo 189 giorni, la seconda di fila dopo quella di Lecce, un’altra straordinaria partita di Franck Ribery e soprattutto la salvezza matematica con quattro giornate d’anticipo. Almeno sotto questo profilo c’è stato un passo avanti rispetto alla scorsa stagione quando i viola la raggiunsero negli ultimi orribili 90 minuti contro il Genoa.
Due a zero con poche complicazioni grazie alla buona partita di tutta la squadra di Iachini, ma anche all’atteggiamento dimesso del Torino. Alla Fiorentina è bastato un minuto e mezzo per segnare, altri cinque o sei per impaurire ancora di più il Toro, poi ha rallentato, pur continuando ad attaccare, la partita si è un po’ riequilibrata ma restando sempre con un timbro viola fino al raddoppio di Cutrone a un quarto d’ora dalla fine. Lì si è chiusa.
QUEL FENOMENO DI RIBERY. Se la velocità non si alza, se l’aggressività scompare, sulla scena sale la classe e ieri al Franchi un solo giocatore ne era in possesso, Franck Ribery. È partita da lui la palla del gol di Kouame (o autorete di Lyanco), così come quella per il 2-0 di Cutrone e sono partite sempre da lui le azioni più belle e incisive della Fiorentina. Che ha preso il sopravvento a centrocampo grazie al lavoro di Castrovilli, un po’ sotto al suo livello di qualità, ma prezioso come quantità. Dietro i viola non hanno mai sofferto per le ragioni accennate sopra e, sugli esterni, Lirola, a cui si affiancava proprio Castrovilli, ha dato impulso alla manovra, un po’ meno incisiva invece sul fianco destro, quello di Chiesa.

Di
Redazione LaViola.it