Rassegna Stampa
La Fiorentina dal suo Capitano. La toccante omelia: “Quella di Davide è una morte viva”
Tutti i viola a San Pellegrino Terme, ieri, ad un anno dalla scomparsa di Astori. Tanta commozione. Il 12 altra cerimonia a Firenze.
Il nome non si vede. È coperto da fiori, un piccolo giardino che insieme alla maglia numero 13 riveste tutta la tomba. La Fiorentina ha lasciato un mazzo di lilium bianchi e violacciocche viola, ma ci sono giacinti, rose, narcisi, ci sono tutti i colori possibili, ci sono le lettere scritte dai bambini. C’è Davide Astori nel suo mondo, la madre Anna che abbraccia Daniela, dello staff della Fiorentina, il padre Renato che ringrazia e stringe mani, come lo zio, come i fratelli Bruno e Marco. Il cimitero è pieno di gente silenziosa; sopra la collina due cani abbaiano, non sono abituati a tanta folla. Stefano Pioli ha una faccia che sembra scolpito nella pietra, il collo rincantucciato nel cappuccio viola della giacca. Federico Chiesa dà due colpetti sulla lapide in un saluto affettuoso, il capitano German Pezzella ha lo sguardo perso. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
IL 12 A FIRENZE. C’è tutta la Fiorentina al cimitero di San Pellegrino Terme, i giocatori, i tecnici, il presidente esecutivo Mario Cognigni e il vicepresidente Gino Salica, mancano i Della Valle che sono all’estero per lavoro e parteciperanno alla grande messa del 12 a San Lorenzo, a Firenze. Là ci sarà anche tanta gente del calcio, qui, dove Davide è cresciuto, ci sono i parenti, i vecchi amici dei tempi della scuola, i bambini della squadra di San Pellegrino. Non c’è la compagna Francesca Fioretti, che è rimasta a casa con la figlia Vittoria durante la cerimonia, ma poi ha incontrato la famiglia di Davide e i dirigenti viola. È passato un anno, il vuoto resta. Ieri sera a Firenze sulla facciata di Palazzo Vecchio hanno proiettato l’immagine della fascia del capitano.
ALBERI. Nella sua omelia don Gianluca dice che il segreto è dare e Davide era uno che dava. Parla di alberi. «Gli alberi buoni si riconoscono dai frutti che danno». Alberi, radici, frutti. «Quella di Davide è una morte viva. È una ferita aperta, ma lui è vivo, non è più accanto a noi, ma dentro ciascuno di noi. Si è fatta sentire la sua mancanza, non la sua assenza». I giocatori della Fiorentina sono nelle prime file, mischiati agli amici di Davide e alla gente del posto, una fila di cappucci viola e di teste chine. Giulini parla di una iniziativa di beneficenza che sarà presentata il giorno di Cagliari-Fiorentina, venerdì 15: un progetto per l’estero, fare del bene nel nome di Davide. «Era un uomo leale, la potenza del suo ricordo è una cosa positiva per tutti i giovani».
