Rassegna Stampa

La Fiorentina dà gas, ciao ciao Liberec

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QUARTA VITTORIA in cinque partite, il vento soffia in direzione sblocco mentale per la Fiorentina: qualificazione a un centimetro (ma non ancora matematica) ai sedicesimi di finale di Europa League dopo il successo contro lo Slovan, gol di Ilicic, Kalinic e Cristoforo. Dopo un mese abbondante torna la vittoria anche al «Franchi» (29 settembre, 5-1 al Qarabag), mentre per il campionato bisogna scivolare addirittura al 18 settembre, 1-0 contro la Roma. Anche questi – come il vento che soffia dalla parte giusta – sono buoni segnali. Comunque 11 gol in coppa, la Fiorentina in versione esterofila è un bel robot calcistico. E mentre Corvino apre sulla possibilità di avviare l’esplorazione per il rinnovo di Sousa («Con lui stiamo lavorando anche per il futuro») la Fiorentina aumenta la dose di autostima in campo. Il match contro lo Slovan non rientra nella categoria delle partite indimenticabili, ma c’è del buono nel modo in cui la squadra viola archivia la pratica. Molta calma, altrettanto cinismo. Fatte ovviamente le debite proporzioni riguardo al valore dell’avversario.

PERCHÉ IL CALCIO inizialmente è spezzettato, bisogna trovare il passo giusto perché lo Slovan corre parecchio e il match sembra uno spot alla rovescia sulla modestia del girone J di Europa League. Lo Slovan fra l’altro picchia parecchio e Sousa altrettanto si scalda temendo traslochi in infermeria. La partita decolla poco, il palo che Ilicic scheggia tirando di destro è il terzo di fila dopo la coppiola di Bologna – e Josip cita qualche santo del pallone – poi Tata devia d’istinto il destro che Folprecht gli spara addosso al volo, quasi nell’area piccola. Gioco abbastanza grigio, Ilicic però è in versione top e si procura un rigore contando anche sull’ingenuità di Sukennik: tirà Josip e al 29’ segna il primo gol stagione con un sinistro centrale che spiazza il portiere. Raddoppia Kalinic al 42’ – per lui è il settimo gol in cinque partite – sfruttando un errore abbastanza amatoriale di Coufal. La partita è chiusa, lo Slovan pochi pensieri riesce ad aggiungere dalle parti di Tatarusanu e ci pensa poi Cristoforo a infilare per la terza volta il portiere cecoslovacco: il destro basso è più una rasoiata che un tiro. Trova spazio solo nel finale Babacar (e questo è una sorpresa), ma in quetso momento davvero non c’è spazio per rimpianti e/o musi teoricamente lunghi. La Fiorentina forse ha ritrovato qualcosa su cui poter contare: se stessa.

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