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Editoriali

La Fiorentina conferma di essere da metà classifica in un Franchi sempre più vuoto e silenzioso. Troppe sconfitte, la squadra giovane e in costruzione rischia di essere una ‘scusa’

La scena finale al Franchi, al termine della gara persa contro la Roma, è l’emblema di cos’è oggi la Fiorentina per i suoi tifosi: poco o niente. Subito dopo il triplice finale lo stadio si è svuotato come se la squadra non avesse perso, non avesse subito quattro gol dai giallorossi, non avesse messo assieme la sesta sconfitta in dodici partite.

Allo stadio c’è ormai una certa assuefazione a questa situazione, a questa Fiorentina. Al termine della gara non un coro, non un fischio, niente di niente. Come se, ormai, non ci fosse una vera e propria reazione. In questa maniera Firenze e i tifosi viola hanno perso stimoli, emozioni, motivazioni, voglia di reagire. Anche questo ha portato gli ultimi anni il tipo di gestione della Fiorentina, soprattutto gli ultimi.

Qualche settimana fa raccontammo che erano ‘desolanti’ i tanti posti vuoti del Franchi. Firenze e la Fiorentina non meritavano questa situazione. Arrivarono critiche, dicendo che avevamo scritto cose non vere. C’è anche chi snocciolò dei numeri. Sì, quelli finali del botteghino. E anche ieri i dati ufficiali di affluenza per la sfida contro la Roma hanno registrato 25mila presenze, di cui poco più di 7mila paganti. Già 25mila spettatori per una sfida contro la Roma avrebbe dovuto far riflettere, visto che per le partite contro le ‘big’ lo stadio si è spesso riempito o ci è andato vicino, ma ieri con tutta probabilità è stata raggiunta una quota di circa 20mila spettatori ‘reali’.

C’è chi dirà che pioveva, giornata fredda. Vero, ma lo era anche per chi era presente. È evidente che c’è un numero di abbonati che ha rinnovato la scorsa estate che preferisce fare altro che venire allo stadio.

D’altra parte non c’è più partecipazione, entusiasmo, voglia di crederci, a seguire questa Fiorentina. Una società che pensa al presente e progetta il futuro dovrebbe capire che il percorso intrapreso, quello dell’autofinanziamento (anche se la scorsa estate sono stati spesi sul mercato 70 milioni), non porterà risultati, soddisfazioni, ritorno in Europa.

Si è vista bene la netta differenza tra squadre come la Roma e la Fiorentina. Il livello è troppo ampio per pensare di poter competere o un giorno arrivare vicini a loro. Il gap è netto, grande, e di questo passo nei prossimi anni si allungherà invece che ridurre.

La sfida contro la Roma ha mostrato una squadra che ci mette impegno, voglia, che ci prova, ma che alla fine resta una squadra da metà classifica. E lo conferma la classifica, non chiacchiere da bar. D’altra parte, con tutto il rispetto per gli attuali giocatori, quando la preoccupazione è stata quella di non aver avuto la possibilità di far giocare gli infortunati Laurini e Thereau, che Biraghi fa diventare Gerson un fenomeno, dove Badelj sbaglia totalmente partita, con un attaccante come Simeone, pagato 18 milioni, che segna col contagocce e non incide, allora si capisce il reale valore di una squadra, probabilmente, costruita male.

A fine gara Pioli aveva ragione di essere arrabbiato. La squadra ancora una volta ha sbagliato approccio, questa volta nel secondo tempo. La storia di essere una Fiorentina nuova, giovane, non regge più. C’è il rischio che possa diventare una scusante e Pioli ieri lo ha fatto capire benissimo. Sei partite perse in dodici giornate sono un dato molto negativo. Probabilmente da altre parti, con altre situazioni, avrebbero causato critiche, polemiche, decisioni della società e dello stesso allenatore.

Invece, tutto e tutti in silenzio. Evidentemente al resto dei tifosi che continuare andare allo stadio a seguire la Fiorentina va bene così.

La Fiorentina inizia a essere lasciata ‘sola’, anche ieri proprietà e presidente Cognini assente al Franchi. Non ci sono certezze per il futuro, tanti discorsi e poco altro. Andare avanti così può diventare deleterio per tutti. I Della Valle devono dire cosa vogliono farne la Fiorentina e se non lo faranno loro è giunto il momento che le istituzioni, a iniziare dal Sindaco di Firenze Dario Nardella, faccia la sua parte in una vicenda che interessa tutta Firenze. E’ arrivato il momento che ognuna delle parti in causa scopra le proprie carte.

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