Su La Repubblica si parla dell’acquisto del centrocampista per 8 milioni da parte dei giallorossi
Nella estenuante saga dello stadio di Tor di Valle a Roma si inserisce la storia di Ante Coric, centrocampista croato acquistato per 8 milioni dai giallorossi. Su questo lavorano da tempo due magistrature (la procura di Roma e quella di Zagabria) e la Guardia di Finanza, inseguendo un’ipotesi investigativa che vorrebbe questo glorioso mistero di calciomercato, rivelatosi un bidone e costato alla società 8 milioni di euro, legato alla facilitazione del progetto dello stadio da parte della Regione. Così scrive La Repubblica.
‘NUOVO MODRIC’. Una storia dove i soldi della compravendita passano per curiose mani e fanno ancor più curiosi giri. Da Roma a Zagabria. Da Zagabria a Cipro. E da Cipro di nuovo in Italia. È il 10 giugno 2018 quando la Roma acquista Coric dalla Dinamo Zagabria per 8 milioni di euro. Definito presto come il ‘nuovo Modric’, in realtà il centrocampista si rivela un ‘pacco’. Ma nella primavera 2019 a Trigoria torna ad affacciarsi l’intermediario che ha condotto nell’estate precedente la trattativa Coric per conto della Roma, chiedendo che gli vengano riconosciuti altri 500 mila euro di commissione in aggiunta al cachet (circa 500 mila) che aveva già percepito. «Avevo avuto un mandato a trattare fino a 13 milioni, la Roma ha chiuso a otto, mi spetta ancora il dieci per cento dei cinque milioni risparmiati», dice l’intermediario, ma il tutto non sarebbe stato nel contratto, ma solo un gentlemen’s agreement. Guido Fienga consiglia all’uomo di scordarsi quel denaro non previsto dal contratto.
CIONCI. Il mediatore si chiama Giuseppe Cionci. In una informativa della Finanza di Roma viene identificato come rappresentante «della società Cornersport Management Srl» della quale fa parte anche Pietro Leonardi, ex dirigente sportivo radiato già coinvolto in svariate inchieste sportive e penali e soprattutto travolto dal crac del Parma prima (2015) e da quello del Latina poi (2016). Ma Cionci è anche uomo della politica, amico di lunga data di Zingaretti. Due ufficiali della Guardia di Finanza bussano così alla porta della Roma, con in mano un ordine di esibizione documenti della procura di Roma. Il documento che i due finanzieri devono notificare è — si legge — «In esecuzione dell’ordine europeo di indagine numero Kn-Us-2/15 della procura della Repubblica, ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata di Zagabria». Per mesi, gli inquirenti italiani e quelli croati lavorano insieme. Scoprono infatti che degli 8 milioni arrivati a Zagabria perché pagati dalla Roma a saldo del ragazzo croato, a Zagabria se ne fermano solamente due. Probabilmente, quelli parametrati al reale valore del calciatore. Gli altri sei vengono “spacchettati” in due tranche di pari importo (tre milioni l’una). La prima prende la strada di una banca di Dubai e da Dubai rientra a Zagabria. La seconda, viene inviata su una banca di Cipro e di lì rientra in Italia. Ancora non è chiaro nella disponibilità di chi.
DUE IPOTESI. A questo punto, stando a quanto riferiscono a Repubblica fonti informate dell’indagine, le ipotesi investigative in piedi sono due. La prima è quella che nel gergo degli addetti vorrebbe la triangolazione dei pagamenti di Coric lo schermo “valutario” di un’operazione di riciclaggio di denaro: qualcuno ha fatto in modo che la Roma pagasse all’estero per un bene (le prestazioni di Coric) un valore gonfiato (e i tifosi romanisti possono dire quanto) per poi vedersi restituire il surplus in nero. La seconda ipotesi è invece quella “politica” ed ha appunto a che vedere con il doppio ruolo di Cionci. Aspirante agente di mercato, ma contestualmente amico di Zingaretti e prodigo di rassicurazioni in quella primavera del 2019 sul destino del progetto di autorizzazione dello stadio in Regione. Nell’inchiesta, al momento, non risultano né reati ipotizzati, né persone indagate.

Di
Redazione LaViola.it