La Uefa spera di poter ripartire a metà aprile e non vorrebbe tagliare gare di Champions ed Europe League. L’Italia può ripartire prima di altri campionati.
Il programma delle coppe europee sarà definito dal gruppo di lavoro che si occuperà del nuovo calendario internazionale per questo finale di stagione. La prima riunione è prevista oggi: sarà composto da Tebas per l’European Leagues, da Marchetti per l’Uefa e da Centenaro per l’Eca. Già nel meeting di ieri la Uefa ha però chiarito alcuni aspetti fondamentali che mettono in difficoltà le Leghe ovvero che la stagione si dovrà chiudere entro il 30 giugno. Un modo per far capire a tutti che lo spostamento di 12 mesi di Euro 2020 non sarà indolore, scrive Il Corriere dello Sport.
COPPE ENTRO IL 30 GIUGNO. Ceferin non deroga sul fatto che le finali di Champions ed Europa League vadano disputate entro il 30 giugno: quella della coppa dalle grandi orecchie potrebbe essere il 27 giugno a Istanbul, l’altra il 24 a Danzica. Si tratta di date ancora indicative, di ipotesi, perché l’orientamento è quello di non posizionarle a luglio. A meno di cause di forza maggiore. L’altra linea guida è quella di giocare tutte le partite attualmente in calendario, dunque eliminatorie con match di andata e ritorno, anche negli ottavi di Europa League (Inter-Getafe e Siviglia-Roma). Il tutto però è subordinato a quando il pallone tornerà a rotolare in Europa.
DATE. Neppure a Nyon c’è una data definita anche perché ci sono Paesi nei quali il virus ha già attecchito e altri che sono all’inizio del contagio. Non tutti usciranno da questo incubo nello stesso giorno: facile immaginare che in alcune nazioni (per esempio in Italia, il cui campionato è più indietro rispetto agli altri) si comincerà a porte chiuse prima rispetto ad altre (in Francia, Spagna e in Inghilterra). Le coppe europee però riprenderanno per tutti nello stesso giorno. Già, ma quando? Nyon ha lasciato aperta una finestra temporale molto ampia, dal 14 aprile al 13 giugno: si tratta dell’ipotesi più ottimistica e di quella più pessimistica. Per ora niente tagli ai calendari perché stabilirli subito avrebbe voluto dire accettare già a metà marzo una riduzione significativa dei ricchi contratti tv dei broadcast e dunque dei soldi in arrivo ai club. Champions e Europa League insieme valgono 3,5 miliardi di euro. Non spiccioli. Prima di eliminare qualche partita Ceferin vuole pensarci bene.
FINAL FOUR E FINESTRE. Qualora si ricominciasse a giocare solo nella seconda metà di maggio o a inizio giugno, trovare tutte le finestre per giocare le coppe nella formula attuale (servono 7 slot) entro il 30 giugno sarebbe quasi impossibile. In quel caso bisognerebbe fare dei “tagli”. Quali? Inter-Getafe e Siviglia-Roma in gara secca, ma anche i quarti delle due competizioni in soli 90′, per poi magari varare le Final Four. Le Final Eight vengono considerate l’ipotesi più estrema, qualora si dovesse riprendere a giugno inoltrato e ci fosse tempo solo per definire la griglia degli ottavi disputando i match rinviati in Champions (Juventus-Lione, Barcellona-Napoli, City-Real e Bayern-Chelsea) e in Europa League. Se l’Uefa si convincesse a non riservare la finestra dell’1-9 giugno alle nazionali la situazione migliorerebbe e proprio su questo punto verteranno le richieste delle leghe.
NIENTE ESCLUSIVE. Una cosa però è già certa: vista la situazione di emergenza e il calendario super intasato, quando si giocheranno le sfide di Champions e di Europea League si potranno disputare anche i campionati nazionali. Decade dunque il divieto di andare in campo allo stesso orario che in questi anni ha portato diversi recuperi a essere messi in calendario il martedì o il mercoledì alle 18-18.30 (con relative proteste dei tifosi). Ma c’è di più: se a un certo punto della Champions non ci fossero più italiane in corsa, un’intera giornata di A potrebbe essere programmata di mercoledì.
