I club di A chiedono il blocco delle retrocessioni o una diminuzione da 3 a 2, ma tutte le altre componenti della Federazione sono contrarie
Nella tarda mattinata di oggi, quando andrà in scena il Consiglio Federale, a meno di una sorpresa davvero clamorosa, la delibera di venerdì della Serie A che voleva il blocco delle retrocessioni, o in subordine la loro diminuzione da 3 a 2 (cancellando i playoff in B), sarà respinta. Con ogni probabilità sarà messa al voto e la maggioranza delle 21 preferenze sarà dalla parte di Gravina. Si tratterà dell’ultimo schiaffo al partito di quei proprietari che, mossi in questi mesi da interessi personali, hanno tramato perché il campionato non ripartisse. Brutte notizie per loro: le retrocessioni ci saranno e per tutelarsi, oltre alla norma anti furbetti del tampone, il numero uno della Federcalcio ritirerà fuori dal cassetto i playoff e i playout. Non torneranno d’attualità solo se sabato 20 la Serie A non riprenderà, ma potranno essere utilizzati anche se il torneo si fermerà di nuovo e ci saranno i tempi tecnici per disputarli. Così scrive Il Corriere dello Sport.
NO ALLA SERIE A. Gravina ha ottenuto risposte totalmente rassicuranti dalla Serie B, dai calciatori, dagli allenatori, dagli arbitri e dai dilettanti. Particolarmente importante è stato l’appoggio di Sibilia (che “pesa” 6 voti). Qualche piccolo brivido lo avevano creato i rapporti non più idilliaci con Ghirelli (3 voti) dopo che la Federazione ha imposto la ripartenza con i play off alla Serie C, ma appare difficile che la Lega Pro si schieri a fianco della A che vuole il blocco delle retrocessioni e delle promozioni (sarebbe così in tutte le serie: allora perché riprendere?). Vorrebbe dire cancellare il salto in B del Monza, della Reggina e del Vicenza. Oltre a quello in A del Benevento e del Crotone. Impensabile. Ecco perché pure Balata (1 voto) e le sue società sono compatte contro la delibera voluta da Torino, Sampdoria e Udinese, ma appoggiata anche da altri 13 club.
COSA SUCCEDE. Il Consiglio Federale partirà dalla delibera della riunione del 20 maggio, quella che ha prodotto il comunicato 196/A: lì «il criterio delle promozioni e delle retrocessioni» aveva avuto il voto favorevole anche della Serie A che evidentemente adesso ha cambiato idea e per convenienza ha messo in atto una bella “giravolta”. L’ipotesi di una Serie A 2020-21 con 22 o 23 formazioni non passa neppure per la testa a Gravina, perché la stagione inizierà il 12 settembre e a giugno ci saranno gli Europei. Dunque se ci si fermerà e non si potrà riprendere con i playoff, tutti i verdetti (a parte lo scudetto che non sarà assegnato) verranno definiti utilizzando la media punti casalinga, moltiplicata per il numero di match tra le mura amiche, e quella in trasferta, moltiplicata per le gare esterne. Ovvero la media ponderata. Le società di A, che speravano di utilizzarla solo per definire le partecipanti alle prossime coppe europee e per definire la graduatoria finale (quantifica a ognuna i soldi in arrivo dalla Lega), saranno deluse.

Di
Redazione LaViola.it