Come riporta Tuttosport, dunque quella di Gianni Infantino non era solo una frase buttata lì per vedere “l’effetto che fa”. No, il presidente della Fifa parlava sul serio quando, qualche mese fa, aveva dichiarato che «C’è allo studio anche l’idea di abolire l’istituto dei prestiti». Ne aveva discusso in una intervista ai francesi e L’Equipe raccontando di un programma in «undici punti indispensabili che devono essere analizzati affinché venga garantita l’integrità del mondo del calcio e ci siano maggiore trasparenza e più equilibrio competitivo».
Oltre che su commissioni ad agenti, plusvalenze, equilibrio competitivo e molto altro, la lente è stata posta anche sui prestiti in conseguenza del loro utilizzo sempre più distorto in funzioni di bilancio anziché tecniche legate alla valorizzazione e alla maturazione dei calciatori. E ora, sempre dalla Francia (stavolta lo riporta France Football, arriva l’indiscrezione secondo cui le commissioni di Ginevra hanno lavorato al punto da poter presentare le linee guida al prossimo comitato esecutivo Fifa in programma a ottobre.
Negli ultimi mesi, a Zurigo sono state organizzate commissioni per riformare il sistema di trasferimenti. Coordinati dal vicepresidente della Fifa, Victor Montagliani, si sono riuniti i rappresentanti della FIFPro (Federazione internazionale delle associazioni calcistiche, presieduta dal francese Philippe Piat), ECA (Associazione europea dei club presieduta da Andrea Agnelli), il WLF (World League Forum) e la Fifa delle cui commissioni fanno parte ex campioni come Cafu, Boban, Van der Sar e Van Basten. Tra le maggiori emergenze del mercato – peraltro sottolineata anche dai vertici dell’Uefa – è emersa appunto la “stortura” della gestione economica dei prestiti con molti giocatori usati ormai come veri e propri assegni circolari in funzione di “aggiusta bilanci”.
Un modo per aggirare l’abolizione della comproprietà, ma anche per dilazionare i pagamenti con i famosi “diritti di recompra” o per aggirare i limiti imposti dal Fair Play attraverso gli obblighi di riscatto: il caso più clamoroso riguarda Kylian Mbappé, secondo acquisto più caro nella storia del calcio, passato dal Monaco al PSG grazie ad un prestito con obbligo di riscatto a 145 milioni di euro (più 45 di bonus)… Perché, ovviamente, per il PSG sarebbe stato impossibili giustificare a bilancio questo acquisto dopo quello – già “monstre” a 222 milioni – di Neymar.
C’è poi il rischio del cosiddetto “doping amministrativo” mascherato dalle plusvalenze fittizie (una indagine è stata aperta dalla Figc sugli scambi tra Chievo e Cesena. Lo stesso presidente Uefa, Ceferin, aveva citato il caso dell’Udinese che «controlla 103 giocatori molti dei quali sparsi in vari campionati». La Serie A, peraltro, è un esempio di scuola: i giocatori in prestito sono addirittura 185. In Inghilterra siamo sulle stesse cifre con in più la possibilità di impedire ai giocatori in prestito di scendere in campo contro il club d’appartenenza. Possibile che non si arrivi a una abolizione totale della formula “prestito”, ma a una sua regolamentazione.
In ogni caso sarebbe una tutela per i calciatori e una spinta verso riforme come l’introduzione delle “seconde squadre” o delle multiproprietà in categorie inferiori dove i club potrebbero far giocare con continuità i proprio calciatori in ossequio, stavolta sì, per criteri tecnici. Tempo di rivoluzioni, dunque, e potrebbe essere solo l’inizio: al presidente della Fifa, per esempio, non piace la finestra di mercato invernale e vuole fare in modo che venga abolita.
Sensibilizzato su questa prossima e quasi sicura novità inerente al mercato, Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, commenta così: «L’abolizione dell’istituto del prestito sarà inevitabile e credo che si concretizzerà nel giro di due o tre anni. Preoccupato? Un pochino, ma le soluzioni si trovano. Le seconde squadre saranno inevitabili e resta sempre il diritto di recompra».
Di
Redazione LaViola.it