Il fantasista napoletano tornerà al Franchi, dopo lo scudetto perso un anno fa e con la mente che corre all’infortunio del 2014.
Lasciati andare, ragazzo: ma ci vorrebbe un lettino, servirebbe quello, e senza far ricorso a uno psicologo, basterebbe per liberarsi di quei cattivi pensieri che s’aggrovigliano nella testa. Eccola qua, è arrivata «la partita», quel tormento esistenziale che sbuca dentro all’improvviso, come fai a fingere che non sia successo niente: però poi ci guardi con attenzione e t’accorgi che il contenitore è ampio, nasconde pure sei reti, e allora Insigne torna sereno o forse no. Però stavolta sta per cominciare un’altra vita, da sabato gli potrebbero chiedere banalmente di essere leader: la fascia ch’è ancora di Hamsik. Così scrive Il Corriere dello Sport sul ritorno al Franchi di Lorenzo Insigne.
CAPITANO E INFORTUNIO. Lorenzo Insigne sarà capitano, per acclamazione ma non solo, pure meritocraticamente, viste le 289 partite (e 74 gol). Napoli-Firenze è la tratta d’una favola, perché Coverciano è proprio là, dietro l’Artemio Franchi, e sa di gioia che lo ha avvolto, che l’ha travolto. Ma poi c’è la memoria, maledizione, che l’ha riportato spesso a ripensare a quel momento innaturale, il 9 novembre del 2014, nel momento dell’esplosione con Benitez, nell’istante in cui la sorte gli voltò le spalle e gli lesionò un legamento.
IL DOLORE. Quella fu sofferenza anche fisica, e non immaginava che ne avrebbe vissuta un’altra, perdendosi tra le stanze di un albergo, come confessò poi Sarri, a inseguire il sogno frantumato: 2 aprile 2018, come se fosse ieri, ma tutto resta compresso in quella nube soffocante d’una disperazione interiore, d’uno scudetto sbriciolatosi tra un sabato sera e una domenica pomeriggio.

Di
Redazione LaViola.it