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Tra la duttilità e l’esigenza di trovare il giusto ruolo a tutti. Da risorsa a banco di prova per Iachini

Iachini dovrà cambiare diverse cose a livello tattico e nel posizionamento di alcuni calciatori. Fin qui molti i viola schierati ‘fuori ruolo’.

Da sempre avere calciatori in grado di potersi adattare e svolgere più ruoli è considerata una grande risorsa per gli allenatori. Soprattutto nel calcio moderno dove gli undici ‘fissi’ non esistono più, dove si gioca ogni tre giorni e dove servono calciatori più duttili possibili nelle rotazioni. Tra il sapersi calare in una nuova veste tattica di un giocatore e il trovare allo stesso giocatore il ruolo ideale per valorizzarne le caratteristiche da parte del tecnico c’è, tuttavia, un equilibrio sottile.

DA RISORSA A BANCO DI PROVA. Lo sa bene Beppe Iachini, che l’anno scorso ha proseguito a lungo sul 3-5-2 varato da Montella, adattando Lirola a sinistra, schierando Chiesa spesso in tandem con Ribery come falso nueve, per poi iniziare questo campionato ancora col 3-5-2 spostando l’ormai ex viola a esterno a tutta fascia, e imbrigliando Amrabat in una zona di campo in cui non è riuscito a ripetere le grandi prestazioni dello scorso anno all’Hellas. Avere, insomma, tanti calciatori in grado di poter svolgere più ruoli dà sì grandi vantaggi, ma richiede anche la capacità di cambiare più rotte a stagione in corso. Con l’avvicendamento Chiesa-Callejon anche e soprattutto a Iachini toccherà il compito di ri-adattare la sua Fiorentina alle nuove caratteristiche dei calciatori arrivati. Un vero e proprio banco di prova per il tecnico viola, chiamato a sfruttare al meglio doti e peculiarità dei nuovi arrivi piuttosto che insistere su assetti che potrebbero limitarne le potenzialità.

AMRABAT E I SUOI FRATELLI. Colui che lo scorso campionato aveva impressionato di più tra i centrocampisti in Serie A ha fin qui stentato come vertice basso del centrocampo, senza calciatori ai suoi fianchi in grado di impostare il gioco. Amrabat è, insomma, apparso fin qui decisamente limitato da una veste tattica che mal si sposa con le sue caratteristiche di corridore, dinamismo e uomo ovunque. Col rientro di Pulgar è al vaglio da parte di Iachini anche il passaggio alla mediana a due, anche perché Castrovilli e Bonaventura hanno doti di incursori da sfruttare, ma va comunque trovato un assetto che dia equilibrio. Callejon è un altro al quale Iachini dovrà trovare la collocazione tattica migliore. Impensabile schierarlo a tutta fascia pensando che possa fare ciò che faceva Chiesa. E poi ci sono i tanti giocatori ‘ibridi’. Da Lirola all’adattamento di uno tra Caceres e Milenkovic come terzino in caso di difesa a quattro, nonostante Biraghi e lo stesso ex Sassuolo nascano proprio come terzini.

SCATTO IACHINI. Il rischio di insistere su assetti che non permettano di far rendere al meglio i propri calciatori, dunque, c’è. Montella, ad esempio, dopo aver ottenuto buoni riscontri dal passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2 con la coppia Ribery-Chiesa su quell’assetto si fossilizzò insistendo sul tandem Badelj-Pulgar in mezzo che lasciava spesso la Fiorentina in balia degli avversari senza alcun filtro in mediana. Snaturare le doti di troppi elementi e non avere la prontezza di cambiare, o non farlo per rispettare i propri dogmi tattici, potrebbe anche essere controproducente. Da Iachini la società si attende un passo in avanti anche su questo aspetto. L’anno scorso mancavano calciatori in grado di dare del tu alla palla e di avere una visione di gioco offensiva all’altezza per arrivare al tiro in porta attraverso azioni manovrate. Quest’anno, invece, ce ne sono in abbondanza. Resta solo, si fa per dire, da trovare il modo di collocarli al meglio in campo. E di farlo in modo che possano esprimersi al meglio.

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