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La doppia partita di Castro e il peso della 10. Chiesa, Biraghi e il gioco di Iachini…

Gaetano e un match in salita, fino al gol. Anche per Federico gara a due facce. L’ex Inter tra i migliori. E il calcio di Beppe…

Come se quel 10 sulle spalle pesasse troppo, magari una tonnellata, Castrovilli è rimasto per più di un’ora lontano da se stesso, sospeso nel poco, guardandosi giocare male, magari offendendosi. Era sicuramente deluso da se stesso. Quando la squadra ha trovato passo e coraggio, anche Castrovilli ha raddrizzato la sua luna finendo la partita con quella spregiudicatezza che era rimasta compressa: gol e altri numeri estratti con una disinvoltura prima impensabile. Così scrive La Nazione.

FEDERICO. Diverso il discorso per Chiesa, l’altro nazionale che – fino a quando la Fiorentina ha giocato sotto ritmo – ha dovuto fare un altro mestiere in copertura contro Ansaldi e Berenguer che tagliava a destra. Si è alzata la Fiorentina e anche Chiesa ha trovato la forza per cambiare la posizione: differenza notevole, perché quando Federico ha la palla e la porta è nei paraggi può sempre succedere qualcosa (anche se la mira non è sempre quella giusta).

RIENTRATO. Terzo protagonista: Biraghi. Rientrato dall’Inter con una qualità superiore insieme a una corsa senza pause, è stato il giocatore che ha fatto la differenza nei momenti più piatti della Fiorentina. In mezzo anche la giornata poco fenomenale del Fenomeno Ribery (che ieri aveva anche la fascia di capitano per l’assenza di Pezzella). A proposito: perché non Chiesa? Domanda evidentemente inutile, visto che mancano ancora due settimane alla fine del mercato. Nel primo tempo il migliore è stato Biraghi, capace di crossare come se al centro ci fosse Lukaku: ha trovato invece tre volte la zucca di Kouame e due volte Sirigu si è ricordato di essere un portiere della Nazionale.

IL GIOCO. Per il resto molti cambi di gioco e ci si è chiesti allora a cosa serva un centrocampo teoricamente più tecnico (sempre in attesa di Amrabat, squalificato, in tribuna) se la teoria che resiste è quella dei lancioni. Ma il cambio di ritmo nel secondo tempo dà ragione alla Fiorentina e quindi anche al suo allenatore, perché la vittoria alla fine è ampiamente meritata e per i miglioramenti del gioco ci sarà tempo: più facile fra l’altro ottenerli se la classifica spinge il morale.

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