Dopo l’estate, era un po’ uscito dai riflettori. Solo quelli mediatici, ovviamente. Perché Corvino in questi mesi era sempre stato al fianco della squadra. Ma dopo il ritiro di Moena e la presentazione dei (tanti) nuovi arrivati, le parole del direttore generale viola erano diventate sempre meno. Qualche intervento nell’immediato pre-gara alle televisioni è vero, ma più frasi di circostanza ed istituzionali che vere e proprie dichiarazioni strategiche.
Poi il vento è cambiato, e l’uomo Corvino – prima ancora del professionista – ha intuito che il momento della Fiorentina avesse bisogno di un suo intervento netto e deciso. Nel corso della scorsa settimana era arrivata un’intervista ad una radio fiorentina quando la situazione intorno alla squadra (ed all’allenatore) iniziava a diventare “burrascosa”. Poi le parole pochi minuti prima della sfida al Franchi contro il PAOK Salonicco quando Corvino ha provato a spazzare via tensioni e polemiche scatenate dalla conferenza di Paulo Sousa. “Bernardeschi vogliamo tenerlo a tutti i costi e faremo di tutto per farlo”, la risposta del dg al portoghese che, secondo Corvino, “con quelle parole su Federico intendeva dire altre cose”. Niente “ridimensionamento” dunque, né un messaggio alla società circa le ambizioni e le aspettative non all’altezza del numero 10. E su Sousa? “Lavoriamo insieme per creare una Fiorentina vincente, l’opzione per il terzo anno di contratto scadrà ad aprile. C’è sintonia e condivisione di idee, se ci sarà anche a fine anno non ci saranno problemi a prolungare il rapporto”.
Sempre meno istituzionale e sempre più strategico, dunque. Un Pantaleo Corvino che giorno dopo giorno ha intensificato i propri interventi mediatici. Fino al culmine del lungo weekend viola. Prima il blitz a sorpresa in sala stampa quando alla vigilia della trasferta milanese, quando Corvino si è seduto al fianco di Sousa per allontanare le voci di un addio imminente, o programmato, al portoghese e per confermargli la fiducia. Un modo incisivo per far sentire la voce della società e per allentare la pressione sul portoghese.
Uno stratega della comunicazione che ha bissato poi nell’immediato post-gara di San Siro contro l’Inter. Dalla difesa di Sousa all’attacco a Damato. Pur sottolineando una prestazione sottotono nei primi 20’ ed una Fiorentina che non gli era piaciuta nell’approccio alla partita contro i nerazzurri (prima di lodare poi la squadra per il tentativo di rimonta), Corvino ha puntato il dito contro la direzione arbitrale ed i tanti episodi “dubbi” che avrebbero condizionato la partita ed il risultato finale. Un modo per tutelare la squadra, alla “Mourinho”.
Corvino davanti a tutti e a protezione di tutti, un parafulmine. Anche per Sousa: “Parliamo di calcio e lavoriamo per una Fiorentina importante”. Quasi un ritornello, un’eco alle dichiarazioni dei giorni precedenti. Per una squadra che cerca il sorriso, c’è un direttore generale che è tornato in campo per far sentire forte la sua voce. E regalare serenità ai giocatori e al suo allenatore. In attesa che il tempo dica se è solo una tattica o una convinta posizione.
Di
Guido Barucco