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Già, gli esterni. In estate la Fiorentina doveva (in teoria) essere costruita proprio da lì. Una coppia di giocatori per parte, a destra e a sinistra, in grado di dare profondità, di fare la differenza e creare superiorità nell’uno contro uno. E servire palloni al centro, per la prima punta e per gli inserimenti dei compagni. Nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1, dovevano essere proprio gli esterni alti a dare quell’imprevedibilità che la Fiorentina non aveva avuto nella seconda parte della scorsa stagione. Così doveva essere… nella testa di Sousa. Poi le cose, finora, sono andate diversamente. Sia per il mercato, sia perché i singoli hanno fin qui deluso.
Sousa, ad esempio, ha voluto fortemente riavere con sé Cristian Tello. Uno che sulla carta avrebbe il passo e le qualità per creare superiorità numerica. Invece, lo spagnolo è stato fin qui un vero flop. Pochi spunti, praticamente mai decisivo (un solo assist, a Udine). Lo scorso anno, in sei mesi, mise insieme 2 gol e 5 assist in 15 partite. Insomma, nella discontinuità anche all’interno della stessa partita, comunque un apporto discreto, in una squadra che faceva fatica a girare.
Poi, sugli esterni, è arrivata in questa prima fase di stagione l’involuzione di Bernardeschi. Proprio la parabola discendente di Tello ha ridato spazio nelle ultime gare al 10 viola, ma Federico è lontano dal suo miglior rendimento. Anche perché, adesso, il ruolo di esterno a tutta fascia gli va un po’ stretto. Lui che, così come Tello, sarebbe perfetto come esterno di un tridente offensivo. Capace di puntare più in velocità l’ultimo avversario ed anche la porta.
Dall’altra parte, a sinistra, è partito Marcos Alonso. Uno che per qualità e quantità aveva garantito un buon rendimento la scorsa stagione. Sono arrivati Milic e Maxi Olivera: due onesti giocatori, che si sono adattati subito bene alla realtà viola. Ma per adesso non esterni in grado di spostare gli equilibri, soprattutto in fase offensiva. Ancora indietro nelle gerarchie c’è poi Toledo. “Non è una scommessa, è un colpo di mercato. Un giocatore importante”, disse a Moena Andrea Della Valle dell’argentino. Il ragazzo, invece, a parte qualche brevissimo spezzone nelle amichevoli estive non si è mai visto. Ed essendo anche fuori dalla Lista Uefa, difficile vederlo in campo a breve.
Insomma, lontana quell’idea estiva di ripartire dalle fasce. Da esterni che possano fare la differenza. Tanta difficoltà anche in zona centrale, per questa Fiorentina, tanto che Ilicic e Borja Valero sono stati tra i più discussi. Ma molti problemi sono arrivati dai rifornimenti (mancati) dalle corsie laterali. L’ampiezza, di fatto, non viene sfruttata a dovere. Tanto che la Fiorentina è anche tra le squadre ad aver crossato di meno (e peggio) del campionato. 98 cross totali, 53 dei quali sbagliati. E solo due decisivi (a Udine con Tello e Torino con Milic, più l’assist di Kalinic a Babacar con il Qarabag).
Ora serve cambiare ritmo, dare velocità e potenza agli esterni. Soprattutto con la prospettiva di poter avere, adesso, in area due punte vere, che possano concretizzare i palloni che arrivano. E un attaccante come Babacar che all’interno dei sedici metri vive un vero momento d’oro.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Marco Pecorini