La Samp per chiudere un altro tour de force poi la sosta per le nazionali. Questo ciclo di partite doveva portare alla Fiorentina punti e risultati. Ed in parte così è stato. A qualche mezzo passo falso interno la squadra di Sousa è riuscita prontamente a rimediare attraverso vittorie esterne con la pratica Europa League che non ha trovato intoppi di sorta. Detto che contro la Sampdoria potrebbe verificarsi un copione da Crotone-bis, per nubifragi annunciati sul Franchi e su tutta la Toscana, e che il tecnico della Samp, oltre a vivere un ottimo momento di forma, è anche stato uno dei primi nella passata stagione a riuscire ad incartare il gioco viola della prima parte di annata, superfluo dire che contro i blucerchiati servirà la miglior Fiorentina possibile. Dal punto di vista delle scelte, ovviamente, ma anche e soprattutto dal punto di vista mentale. Giocare un tempo o un’ora come accaduto a Liberec, a Cagliari o a Bologna, potrebbe non bastare contro un attacco in stato di grazia come quello dei genovesi. Così come per la caratura del tecnico avversario. Servirà la miglior Fiorentina nella presa decisione, per usare un termine molto caro al mister gigliato.
Ed è proprio su questo, al di là del lavoro anche tattico che Sousa stesso ha effettuato in queste ultime uscite, che il tecnico viola sta concentrando il suo impegno. Carattere, mentalità, fame, e lavoro sull’io. Affinché poi il noi ne tragga beneficio. In parte i problemi di inizio stagione sono stati si fisici, ma soprattutto mentali. E Sousa lo va ribadendo conferenza dopo conferenza. Quella fame che ha permesso alla Fiorentina del primo semestre dell’anno scorso di primeggiare in Serie A, e che poi si è dissolta post mercato di Gennaio, è l’unico ingrediente che può permettere alla Fiorentina di tornare lassù. La corsa europea, quest’anno è ancor più difficile dell’anno passato. L’equilibrio regna sovrano dalla seconda posizione in poi. Ed infilare un filotto di risultati positivi può far svoltare la stagione alla Fiorentina. Per questo Sousa sta lavorando tanto sui singoli, soprattutto a livello mentale. Per far emergere quella agognata cattiveria che spesso e volentieri anche il suo predecessore Montella andava cercando in un gruppo che aveva un elevato tasso tecnico ma uno scarso temperamento.
Il filosofo Sousa sta provando dunque a lavorare prima sulla testa piuttosto che sulle gambe o sugli schemi dei suoi. Il far sentire importanti tantissimi elementi di questa rosa, a parole pubbliche, ed anche private, si vedano i vari esempi Chiesa, Babacar, Ilicic su tutti, sta dando lentamente i suoi frutti. E non è un caso se i senatori stanno tornando ad essere big. Così tutto può tornare possibile. Alla gara contro la Samp il compito di stabilire anche a che livello è arrivato questo percorso mentale. La cattiveria, quando non la si ha nelle proprie corde, è difficile trovarla da un giorno all’altro. La grande sfida di Sousa è crearla e svilupparla anche nei giocatori più timidi.
Intanto la Samp. Avversario più che ostico in una serata tutt’altro che adatta ai palleggiatori. Poi la sosta. Tornare a sognare, ci perdoni Paulo Sousa, è ancora possibile.
Di
Gianluca Bigiotti