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La crescita dei singoli, le risposte delle seconde linee: piccole-grandi rivincite personali. Scatto finale per l’Europa

“Stiamo andando oltre i nostri limiti”. Parola di Stefano Pioli. Già, in fondo è tutto qui. Oltre i limiti e oltre le aspettative: questa Fiorentina sorprende e cattura applausi, soprattutto è tornata ad appassionare. Firenze si è unita nella tragedia, e ora trascina e si fa trascinare da un gruppo di ragazzi che ci mette cuore, grinta, ‘fame’ di arrivare all’obiettivo. Un fine unico: giocare nel nome di Davide Astori. Con il suo spirito, i suoi valori, la sua voglia di crederci sempre, fino in fondo.

Ecco com’è nata questa Fiorentina che stupisce tutti, in Italia ed in Europa. Una squadra che è già nella storia, per come ha saputo reagire alla gravissima tragedia. Tutti si sono responsabilizzati, tutti stanno facendo la propria parte per la crescita del gruppo. E per i risultati, che inevitabilmente sono il traino per questo periodo magico. L’abbraccio degli oltre 300 tifosi sabato notte al Centro Sportivo Davide Astori è il simbolo di una ritrovata unione. La Fiorentina in 6 partite ha recuperato 11 punti sulla Sampdoria, 9 sul Torino, 8 sull’Atalanta, 7 su Milan e Inter. Dall’undicesimo al settimo posto in 42 giorni.

Mi è scattato qualcosa dentro“, ha confessato Riccardo Saponara. L’emblema della reazione di tutto il gruppo viola. Da oggetto misterioso a trascinatore, la metamorfosi dell’ex Empoli è evidente. Soprattutto a livello psicologico e di personalità, visto che la tecnica non era messa in discussione e sul piano fisico era già in crescita. Ora i 10 milioni del riscatto che sarà esercitato a giugno pesano un po’ meno, nella speranza che questo percorso possa proseguire in continuità. Ma non è il solo, Ricky. Perché nelle ultime settimane in tanti si stanno prendendo piccole-grandi rivincite personali.

A partire da Marco Sportiello, vero muro nelle ultime sei uscite: 1 gol subito (quello di Belotti) negli ultimi 585′, interventi prodigiosi e sicurezza trasmessa a tutta la squadra. Le ‘papere‘ contro Bologna e Juventus sembrano un lontano ricordo, e il riscatto a fine anno è sempre più vicino. Sta facendo ricredere molti anche Cristiano Biraghi: mesi in affanno sulla fascia, ma ora prestazione dopo prestazione si sta ritagliando un ruolo importante. Non è un fenomeno, ma neanche il peggiore visto su quella fascia negli ultimi anni. Dall’altra parte Laurini e Milenkovic stanno dando affidabilità, per non parlare del neo capitano Pezzella (già leader in coppia con Astori) e di Vitor Hugo: quella del brasiliano è un’altra parabola ascendente (nonostante qualche errorino a Roma), difensore solido che sta imparando tattiche e movimenti del calcio italiano. In mezzo Badelj ha giocato due partite incredibili dopo la tragedia Astori, mentre ora è costretto ai box per infortunio; Benassi è tornato al gol e sembra più responsabilizzato, Dabo dopo qualche apparizione non proprio felice ha infilato due prove molto buone tra Udine e Roma.

E che dire di Simeone? Da centravanti ‘spuntato’ ai gol ‘alla Batistuta‘: al di là dei paragoni, la visita del Re Leone ha fatto bene al Cholito. Tre gol di fila, ora è a quota 10 in maglia viola. Stesse reti di un anno fa di questi tempi al Genoa, ora l’obiettivo è battere il suo record di 12 marcature in A. Kalinic al primo anno di Fiorentina (quando i viola volavano con Sousa) aveva fatto 11 gol in A di questi tempi, mentre Batistuta chiuse a 13 gol la sua prima annata a Firenze (a 22-23 anni, la stessa età del Cholito). Insomma, ora i numeri (e anche le ultime prestazioni) sono dalla parte di Simeone.

E lo zampino ce l’hanno messo anche le seconde linee: Maxi Olivera e Cristoforo hanno dato il loro apporto nella delicata gara con il Crotone, mentre Dabo ora è diventato praticamente un titolare nell’assenza di Badelj. Saponara è passato dalla panchina ad essere un trascinatore, Eysseric è tornato titolare con Crotone e Roma in attesa di dare valore alla sua maglia numero 10. Ed anche Falcinelli si è ritagliato il suo spazio, a caccia ancora del primo gol in viola.

Crescita evidente dei singoli e spirito di gruppo, ora per la Fiorentina sette prove di maturità. Perché l’imperativo adesso diventa non allentare la tensione, non ‘accontentarsi’ o credersi più forti. Specie nella prossima gara-trappola contro la Spal. La squadra di Semplici ha ritrovato fiducia, è reduce da 6 risultati utili consecutivi ed è tornata formazione tosta con anche qualità. Ha fermato Atalanta e Juve nelle ultime settimane, verrà a Firenze con la ‘fame’ di punti di chi si deve salvare. Per la Fiorentina sarà il primo dei tre scontri-verità per l’Europa.

Domenica alle 12.30 la Spal, poi mercoledì alle 20.45 la Lazio ancora al Franchi, quindi sabato alle 18 a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Oggi il gruppo viola si ritrova al Centro Sportivo Davide Astori, poi una settimana di fuoco che porterà all’ultimo mese di campionato. “Sette partite sono tante, pensiamo una gara alla volta”, continua a ripetere Pioli. Il gruppo, intanto, ci crede. Niente tabelle, ma testa fissa al lavoro sul campo. L’Europa è diventato un obiettivo concreto, la Fiorentina è ora 7° da sola, a -2 dal 6° posto e non si può nascondere. Una settimana, tre partite fondamentali. Due a Firenze. Sarebbe bello vedere un Franchi di nuovo tutto pieno.

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