L’Europa League non porta solo denaro e prestigio, la Coppa permette anche di far crescere giovani e con-titolari, due arricchisce non solo economicamente ma anche tecnicamente. La dimostrazione evidente viene proprio dal percorso viola, partendo appunto dal successo di giovedì e dall’approdo ai sedicesimi.
Quanto la Coppa, nel passato ma pure adesso, sia servita alla Fiorentina è stato più volte sottolineato. Primi fra tutti i ragazzi della B2, ovvero Bernardeschi e Babacar. Ma se il primo, Federico, oramai non ha più bisogno di trampolini, è già un super-titolare, il senegalese ha ancora bisogno di gol e di spazio, magari nelle due Coppe, per dimostrare di meritare spazio in campionato. Per la maglia viola, oppure per spiccare il volo altrove.
Ma giovedì si sono fatti molto più solide le «pretese» di Vecino, Chiesa e Maxi Olivera. Fin qui il solo uruguaiano aveva un posto di privilegio. Dopo Borja Valero e Badelj c’era lui, con alle spalle Sanchez e Cristoforo. Ma progressivamente, anche grazie a prestazioni come quella in Coppa, si sta dimostrando un irrinunciabile.
La stessa società ne è continuità: Vecino appartiene alla Fiorentina, ha 25 anni e già qualche mese fa lo stesso Napoli lo aveva messo nel mirino. Lui dice che vuol restare a Firenze, che sogna una finale in Europa League, e alla lunga, magari fra anni, un’esperienza in Inghilterra (magari a Liverpool). E’ uno dei talenti viola. E’ un punto fermo, oramai gode di prestigio quanto Badelj e poco sotto Borja. E’ uno dei motivi perché tatticamente Sousa potrebbe (o se preferite, dovrebbe) giocare con tre centrocampisti. Magari talvolta rinunciando a un esterno o a un trequartista alla Ilicic. Le vere «rivelazioni» sono però Chiesa e Olivera.
Tello è sicuramente un giocatore con qualità, made in Barcellona, è decisamente più maturo, la Fiorentina ci crede ma…il talentino di casa, Federico Chiesa, sta mettendo, se non ha già messo, la freccia. Corre e si prodiga almeno quanto lo spagnolo, anzi di più. Non fa un solo passo indietro se c’è da battersi con il coltello fra i denti. Per eccesso di «garrosità» si è beccato pure un rosso, ma quando vede la porta non ha paura di segnare.
Tale padre tale figlio? Questo no, Enrico era sicuramente più attaccante, ma sul piano della copertura e del pressing sugli avversari Federico sta conquistando tutti. Primo ovviamente Sousa. Che in epoca non sospetta (ovvero prima delle stesse riprove del campo) lo indicò come possibile grande protagonista del futuro viola, una sorta di vera possibile bandiera. Appartiene alla società viola (Tello è in prestito con diritto di non trascurabile riscatto), è giovanissimo, italiano, ha tutto per diventare, magari con Bernardeschi, un talento a tutto tondo.
Da adesso è sicuramente un con-titolare e Tello deve guardarsi dalla sua voglia di far bene. Infine Olivera. L’esterno sinistro rimane una delle scommesse di Corvino, il direttore tecnico viola lo ha sempre indicato come una certezza. E lui, proprio in Coppa come Chiesa, si è preso spazio e credibilità. Ora è Milic che deve temerlo perché l’uruguaiano ha corsa e un cross tagliente che piace molto a Kalinic e ai saltatori viola. Pure lui lotta per diventare un con-titolare con ottime chanches di riuscita. Tre uomini, tre diverse aspettative, ma anche tre vere opportunità per Sousa e per la Fiorentina.
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Redazione LaViola.it