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La Coppa e le occasioni degli ‘altri’: sfruttare l’Europa per convincere Sousa

Sei uomini e una maglia. Ognuno, per motivi diversi, chiamato a dare delle risposte. Il rischio, altrimenti, è che la storia si ripeta. Ricordate, no? Un anno fa, più o meno di questi tempi, Paulo Sousa tirò una riga. Fuori tutti quelli che non gli offrivano le necessarie garanzie e avanti con i suoi fedelissimi. Di fatto, ad un certo punto, la Fiorentina cancellò parte di se stessa.

La domanda è: la storia si ripeterà o le alternative si dimostreranno funzionali fino in fondo? In questo senso, la partita di domani con lo Slovan Liberec, potrà dire qualcosa di importante. Anche perché nelle ultime gare Sousa pare aver trovato la quadra. Sia a livello collettivo (e quindi tattico) che individuale. Tocca agli altri, e torniamo ai sei uomini, convincerlo a non metterli definitivamente da parte. De Maio, Tomovic, Sanchez, Cristoforo, Zarate e Babacar. Molti di loro, se non tutti, domani giocheranno dal primo minuto. Un’occasione ghiotta come poche. Prendiamo De Maio. Uno che, fino ad oggi, è rimasto costantemente ai margini. Due presenze, contro Udinese e Qarabag, entrambe da novanta minuti, poi stop. Di fatto, nelle gerarchie difensive, è l’ultima scelta.

Del resto, le sue prestazioni, non hanno convinto. Anzi. Quella contro i cechi insomma, se davvero gli verrà concessa, rischia di essere l’ultima opportunità. Discorso diverso per Tomovic. Il serbo, fino a poche partite fa, era sostanzialmente un titolare. Basta dare un occhio ai numeri. Fino al match perso col Torino (era il 2 ottobre) le aveva giocate tutte, e tutte da titolare. Sia in campionato che in coppa. Poi, dalla sfida con l’Atalanta Sousa (in Serie A) gli ha preferito sempre Salcedo. Contro lo Slovan insomma, Nenad si giocherà il “controsorpasso” sul compagno messicano.
Capitolo centrocampo. Domani sera, molto probabilmente, si vedrà un reparto composto da Cristoforo, Badelj e Sanchez. Tre giocatori che, per motivi diversi, hanno bisogno di mandare dei segnali. Il caso del colombiano è certamente il più particolare visto che, nel giro di pochi giorni, è passato da essere il nuovo eroe del Franchi (e titolare quasi fisso) alla panchina. Nelle ultime tre gare di campionato infatti, Sanchez non è mai sceso in campo dal primo minuto. Nelle precedenti sei, invece, era sempre partito titolare. Cristoforo, invece, in campionato non s’è praticamente mai visto. Trentuno minuti. Tanto ha giocato fino ad oggi in Serie A.

In Europa, al contrario, ha già collezionato due gare da titolare. Ancora, però, non si è davvero capito quanto possa essere utile. Col Liberec, quindi, avrà un’altra occasione per scalare posizioni. E poi l’attacco. Domani, salvo sorprese, si vedranno sia Zarate che Babacar. Il primo, nonostante la doppietta al Qarabag, sta vivendo costantemente ai margini. Ha giocato 55 minuti complessivi in Europa League, e soltanto 29 in campionato. La sensazione è che la sua avventura a Firenze stia scivolando verso la conclusione, ma di certo quella di domani sera, per lui, sarà una delle ultime occasioni per cambiare “verso”. E Baba? Lui è chiamato all’ennesimo esame. Sousa ha scelto il modulo a una punta, e Kalinic è il titolare. E questo nonostante Babacar abbia quasi sempre risposto presente. Sia in Italia che in Europa. Sarà capace di reagire all’ennesima difficoltà? Al campo, come sempre, l’ardua sentenza.

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