Dopo due mesi e mezzo, già scricchiola la panchina di Beppe. Ore di riflessione e una suggestione che porta all’ex Juve. Ma decide Commisso
Che Beppe Iachini sia già a rischio? “Da quando sono qui ci sono sempre state voci su di me. Anche a giugno se ne parlava tanto“. Così il tecnico viola rispondeva prima della burrascosa trasferta a Cesena contro lo Spezia. La rimonta subita, dopo essere stati sul doppio vantaggio dopo appena 4′ contro una squadra neopromossa con una decina di assenze importanti, ha accentuato ancor più gli scricchiolii sulla panchina viola. Una squadra che prima ha provato a gestire con il palleggio il doppio vantaggio, e poi non è stata in grado soprattutto mentalmente di cambiare impostazione una volta concesso l’1-2. Rischiando pure di perdere una partita che dopo pochi minuti credeva di aver già vinto. Giocatori sconsolati, braccia allargate da parte di alcuni senatori, scarsa comunicazione in campo. E quel “gioca, gioca” che ridondava sul Manuzzi.
30 LUGLIO. Eppure, l’allenatore era stato confermato direttamente dal presidente Commisso appena due mesi e mezzo fa. “Sono convinto che il Mister si meriti l’opportunità della riconferma e di poter lavorare con la squadra sin dall’inizio della stagione”, disse Rocco il 30 luglio scorso. Non è un mistero che i dirigenti al lavoro a Firenze, Pradè e Barone, avessero proposto al presidente anche altre candidature per far ripartire il progetto viola dopo ‘l’anno di transizione’. Juric e Di Francesco su tutti, ma non solo. Tecnici che evidentemente non superarono la voglia di premiare la meritocrazia da parte del presidente, che volle dar fiducia a Iachini il quale, in mezzo ad oggettive difficoltà, aveva raggiunto il traguardo salvezza e infine il 10° posto. Con una squadra non scintillante ma equilibrata, forte della miglior difesa nel girone di ritorno.
NESSUNA REAZIONE. “La prossima stagione saremo tutti al suo fianco”, aggiunse Commisso. Adesso, però, dopo 1 vittoria in 4 partite e una difesa che è diventata da imperforabile a colabrodo (8 gol subiti nelle ultime 3 gare), è iniziato a risuonare forte il campanello d’allarme. Perché società e presidente sono convinti di avere una Fiorentina “forte”, sicuramente più forte dello scorso anno. Con il 7° monte ingaggi della Serie A, dato oggettivo. Lecito insomma aspettarsi qualcosa. “Uno schifo”, aveva sentenziato Rocco dopo la figuraccia contro la Samp. Mentre domenica non è arrivata nessuna reazione ufficiale da parte del presidente. Segno di una riflessione in corso nell’ambiente viola. Commisso era stato accanto a mister, dirigenti e squadra nell’ultima settimana: voleva una Fiorentina ben diversa. Che quello contro la squadra di Ranieri fosse solo un bruttissimo passaggio a vuoto. La trasferta di Cesena invece si è trasformata in un ulteriore disastro.
‘SONO TRANQUILLO’. Tanto che sono tornate a circolare con forza le voci su altri allenatori. Due su tutti: Sarri e Mazzarri. E se il secondo, dopo le ultime esperienze negative, rappresenterebbe comunque un’incognita (anche a livello di gioco), il primo permetterebbe invece di dare un netto impulso alla Fiorentina di Commisso. Un po’ come il profilo di Spalletti, che comunque è senza panchina da tempo e non è arrivato né a gennaio né ad agosto (e qualcosa vorrà pur dire). “Io sono tranquillo perché i ragazzi stanno lavorando bene. In queste prime gare abbiamo avuto qualche infortunio di troppo e non ci siamo allenati con continuità anche per i tanti giocatori chiamati in nazionale”, ha detto Iachini dopo Cesena. Vero, poche ore per lavorare con il gruppo al completo prima dello Spezia e tanti giocatori al rientro dagli infortuni, ma di fronte c’era una neopromossa che giocava senza 10 calciatori ed era sotto di due gol dopo pochi minuti. La partita si doveva vincere e basta. Anche se, giusto dirlo, non può essere tutto imputabile all’allenatore. Ci sono sì responsabilità del tecnico, ma anche errori e prestazioni negative dei singoli (dal ‘buco’ di Caceres al ‘liscio’ sottoporta di Castrovilli).
RIFLESSIONE. Insomma, giorni di riflessione e gara di domenica contro l’Udinese che potrebbe già essere decisiva, a questo punto. A meno che non arrivi un clamoroso ‘colpo di testa’ della proprietà già nelle prossime ore. Anche se ciò vorrebbe dire rinnegare una scelta fatta appena due mesi e mezzo fa, dopo sole quattro partite di campionato. A suo tempo, a fine luglio, tra le motivazioni di Commisso nel proseguire sulla continuità c’erano sia l’aspetto meritocratico per il lavoro concreto svolto da Iachini, sia il fatto che un nuovo allenatore avrebbe avuto poco tempo a disposizione per portare le sue idee in squadra, visto l’allora imminente inizio della nuova stagione (di fatto, molte formazioni con nuovi tecnici stanno ora faticando, Torino di Giampaolo su tutte). C’erano però altri due punti nell’analisi: il primo, che portava alla necessità di dover pagare ancora per un altro anno anche Montella; il secondo, l’assenza di un profilo di allenatore importante, magari di stampo europeo, a cui poter realmente arrivare. Di fatto, ad oggi, Commisso ha a libro paga l’Aeroplanino e Beppe per circa 5 milioni lordi complessivi: cambiare di nuovo scelta tecnica, vorrebbe dire aggiungere alla voce stipendi un altro ingaggio non da poco.
CAMBIO DI STRATEGIA? Serve quindi una scelta strategica. Continuare con Iachini, o in alternativa con un allenatore che sia comunque una scommessa, o investire pesantemente sulla guida per dare un impulso importante a tutto il progetto tecnico? Solo Commisso, in questo senso, può prendere una decisione. Cambiare tanto per cambiare, in effetti, non avrebbe molto senso. L’anno scorso Montella fu esonerato perché la squadra stava andando in picchiata e rischiava la retrocessione, per il momento (fortunatamente) non sembrano esserci ancora pericoli. Certo, un altro anno di anonimato non farebbe certo bene a nessuno. E la piazza sta già rumoreggiando e non poco. La scelta di Sarri, effettivamente, guarderebbe con forza al futuro. Avrebbe un’idea precisa di calcio. Ma servirebbe, appunto, un cambio di strategia e di idee rispetto al recente passato.
SUGGESTIONE SARRI. Sarri, a livello di tempistiche, fu esonerato dalla Juve il 10 agosto scorso. Quindi undici giorni dopo la conferma di Iachini da parte di Commisso. Ora la sua ‘ombra’ torna sulle spalle di Beppe. Ma ci sarebbero non pochi (e ‘pesanti’) nodi da risolvere: in primis il contratto da 5,5 milioni annui che lega ancora il tecnico napoletano alla Juve fino al 2022 (ma Sarri starebbe già lavorando ad un accordo sulla buonuscita, Fiorentina o non Fiorentina, perché vorrebbe tornare ad allenare). Secondo: ci sarebbe l’effettiva volontà di Sarri, dopo Juve e Chelsea, di ripartire da una piazza sì sempre ammirata e sognata, ma ora in difficoltà, come Firenze? Sarebbe una bella scommessa per lui, agli ultimi anni di una carriera che lo ha visto a lungo nelle serie minori toscane e solo dal 2015 nell’orbita del grande calcio (anche economicamente). Terzo: Commisso sarebbe disposto a inserire un terzo allenatore a libro paga, con un ingaggio che certo non sarebbe proprio ‘leggero’?
Interrogativi che restano in questi giorni comunque di riflessione in casa viola. Ore calde che portano a riconsiderare, in un modo o nell’altro, la scelta fatta appena due mesi e mezzo fa. Dopo solo quattro partite di campionato.
Di
Marco Pecorini