Ci sono alcuni dettagli rintracciabili tra le pagine di questo psicodramma estivo che sorprendono, anche se, scandagliando bene il fondale del mare innervosito dal vento, è possible trovare una spiegazione a qualcosa di oggettivamente insolito, almeno per i Della Valle. Pensandoci bene, era abbastanza inevitabile arrivare a una situazione di questo tipo. Un ibrido surreale fatto di paroloni come identità e appartenenza che rimbombano nel vuoto di una squadra al momento senza volto e senza identità, figuriamoci l’appartenenza. Ma sarebbe ingenuo sorprendersi delle probabili prossime cessioni di Bernardeschi, Borja Valero e Kalinic.
Le parole ormai non hanno più molto senso nel mondo del calcio. Figuriamoci qui: Toledo è un colpo, Cuadrado il regalo per Firenze, Bernardeschi sarà blindato. Andrea Della Valle era sicuramente in buona fede quando ha rilasciato queste sentenze sorridendo al futuro, ma il fatto che proprio lui si sia tirato indietro alla vigilia di questo mercato già raccontava tutto. Stavolta non c’erano regali per Firenze da annunciare, nè blindature e forse nemmeno colpi. Stavolta i migliori vanno venduti. Incassare e abbassare il monte ingaggi per ripartire più leggeri. Il che non vuol dire per forza più deboli. Quello lo vedremo a fine mercato. Ovvio.
Però la sorpresa è un’altra, è la gestione della comunicazione, quella cosa che i Della Valle maneggiano con maestria nel loro campo, dove l’immagine è tanto, dove un testimonial ti cambia la vita e il prodotto ti può far sentire il protagonista di un film. Mesi e mesi per prepararsi a questo mercato impopolare per definizione e la Fiorentina, invece di andare incontro ai tifosi, raccontando con trasparenza l’evoluzione di una storia, invece di sedersi a un tavolo con Borja Valero, un simbolo, un ragazzo che ci teneva davvero a restare qui, affida tutto alla narrazione quasi quotidiana di Pantaleo Corvino, che nel suo campo è sicuramente un professionista, ma come maestro di comunicazione, con tutto il rispetto, forse non è il massimo e comunque è rimasto aggiornato ai decenni passati, quando bastava avere due o tre amici giornalisti e scaricare le colpe sui giocatori per arrivare in fondo a qualsiasi percorso senza troppi scossoni.
Ma oggi un giocatore può bypassare i media con un post o con un messaggio su whatsapp, oggi i tifosi tante cose le conoscono in prima persona perchè sui gruppi virtuali girano voci e notizie, oggi è tutto molto più confuso e anche meno controllabile. Le uniche mosse della famiglia padrona sono state quelle di assumere con tredici anni di ritardo Giancarlo Antognoni e richiamare a Campo di Marte il presidente della Florentia Viola Gino Salica, uno rispettato dai tifosi per il passato di dirigente e per la sua onestà intellettuale. Nella giornata di mercoledì la società ha dovuto giocarsi entrambe le carte a disposizione: Antognoni la mattina alla presentazione delle maglie e Salica spedito fuori dalla sede a parlare con i tifosi inferociti. Nel frattempo si continua a dire che nessuno è sul mercato ma chi vuole andare se ne può andare. Scaricare sul fuggitivo tutte le colpe. Facile, perchè poi la maglia resta, e quella interessa al tifoso, che prima o poi si dimenticherà di chi non c’è più.
Sì, ok, ma al di là del fatto che i giocatori sono uomini e gli uomini, per quanto previlegiati, non sono tutti uguali, il fatto che la comunicazione sia stata di fatto affidata a Corvino, ci fa pensare che ai padroni della Fiorentina il destino della società interessi il giusto. Mentre il tifoso viola assiste alle notizie di mercato come se Firenze fosse un grande centro commerciale dove acquistare un po’ di tutto, Corvino nega qualsiasi volontà di cessione conme se vivesse in un mondo a parte, mentre Salica rigira imbarazzato sempre la solita frase («lasciamo lavorare il dg») e la proprietà esce sllo scoperto solo per annunciare azioni legali, un tormentone, ormai. E’ un estate rovente, certo. E anche un po’ ridicola, se non ci fosse in mezzo il destino della Fiorentina. Di sicuro qualche giocatore arriverà. Ma nell’attesa viene in mente solo una frase: salvate il soldato Pioli. Già.
Di
Redazione LaViola.it