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Nei giorni scorsi si era vociferata la possibilità che Aleksandr Kokorin potesse giocare dal 1′ minuto contro il Benevento. Sarebbe la prima chance dall’inizio in una partita in maglia viola, da quando è arrivato a Firenze.
In realtà, le notizie che rimbalzano nelle ultime ore, vanno in tutt’altra direzione. L’impegno è troppo importante per il prosieguo della Fiorentina nel cammino in Coppa Italia. L’impressione è che, anche mercoledì, al centro dell’attacco ci sia Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo sta bene dopo il piccolo problema alla caviglia accusato sul finire del primo tempo contro la Salernitana.
L’ideale sarebbe stato, naturalmente, fargli tirare un po’ il fiato in vista di Sassuolo e Verona. Così, come detto, non dovrebbe essere. La Fiorentina continua a dirsi fiduciosa nelle qualità di Kokorin, ma ad oggi è ancora troppo lontano da una condizione fisica accettabile. Sicuramente, questa è una certezza, non potrebbe giocare l’intera partita.
L’unica alternativa che ha Italiano è quella di inventarsi l’attacco leggero. Già nell’intervallo della sfida contro la Salernitana (quando c’era molta incertezza sulla condizione della caviglia di Vlahovic) si è scaldato a lungo Lorenzo Venuti. Un segnale preciso. In quel contesto, Venuti avrebbe preso il posto di Odriozola, che a sua volta sarebbe scalato nel tridente, liberando Gonzalez di potersi accentrare in una posizione (a lui non totalmente sconosciuta) di falso nove. Poi non ce n’è stato bisogno, perché Vlahovic è tornato in campo ed ha segnato addirittura due gol.
Però, un’idea per mercoledì sera potrebbe essere questa (nel caso si decidesse di far riposare Vlahovic), anche se la speranza è quella di chiudere il discorso in fretta, per poi magari concedere uno spezzone di partita pure a Kokorin.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
																	 
														
Di
Alessandro Latini