Al Qadsiah, United e Milan su Moise. Si sposterà solo per andare in una squadra che gli garantisca un ruolo da protagonista
Andare, o restare. Questo è il dilemma, scrive il Corriere dello Sport. E se in tante occasioni si è scaricato sui giocatori la responsabilità di certi addii stavolta la realtà è proprio quella. Deciderà Kean. Soltanto lui (assieme ai suoi cari e a chi ne cura gli interessi) ha in mano il futuro. Con una certezza: per portarlo via servono i 52 milioni della clausola rescissoria. Non un centesimo in meno. Se qualcuno insomma spera di potersi sedere al tavolo di una qualunque trattativa può risparmiarsi fatica e tempo della telefonata perché non troverà nessuno disposto ad ascoltare. Non la Fiorentina, ma nemmeno il giocatore.
Il destino del centravanti viola si deciderà tra il 1 e il 15 luglio. Né prima, né dopo. Inoltre, Moise sta bene a Firenze e non forzerà in alcun modo la mano né cercherà di rivedere gli accordi presi un anno fa. Chi lo vuole, quindi, sa cosa deve fare e quando farlo. Ad oggi comunque la situazione è abbastanza chiara e la premessa (doverosa) ci riporta a quanto già detto: Kean alla Fiorentina sta benissimo ed è consapevole di quanto il club abbia fatto per lui. Non solo. Pioli infatti (come Pradè e Commisso prima di lui) gli ha già fatto sapere di considerarlo più che centrale per il progetto tecnico che ha in mente e questo, per il bomber ex Juve, è fondamentale. Nella sua testa infatti c’è il prossimo mondiale e per raggiungerlo c’è una sola strada: giocare con continuità e, di conseguenza, diventare titolare e trascinatore anche degli azzurri nel (difficilissimo) percorso di qualificazione. Per questo, si sposterà solo per andare in una squadra che gli garantisca un ruolo da protagonista.
Al Qadsiah, United, Milan. Sono questi, a oggi, i club che girano attorno a Kean. Ciò non significa che non possano spuntarne altri (vedi Napoli in caso di cessione di Lukaku) o che, alla fine, Moise tutto questo rumore finisca nel nulla. Se lo augura la Fiorentina e, lui stesso, sarebbe comunque felice. Non resta che aspettare. Perché stavolta, davvero, non si può fare altro.
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Redazione LaViola.it